Volterra torna ad essere città, ma probabilmente lo è sempre rimasta, anche se, ufficialmente non lo era più dal 1861. Ma il decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consegnato dal Prefetto di Pisa Francesco Tagliente nelle mani del sindaco Marco Buselli, ha messo il sigillo allo splendore di un comune vanto della Toscana nel mondo.

Il saluto del Prefetto «Siate orgogliosi di essere Città, non conta il numero dei residenti, ma ciò che questi esprimono e le bellezze artistiche che rappresentano – ha detto il Prefetto durante la cerimonia nel Palazzo dei Priori – cercate di mantenere l’onore del titolo, una responsabilità nei confronti della Toscana, di Pisa e dei volterrani tutti».
In una Sala Maggiore gremita il Vescovo Alberto Silvani, la vice presidente della Provincia di Pisa Alessandra Petreri e tanti volterrani orgogliosi della propria storia e delle proprie tradizioni. «Dobbiamo stringerci intorno ai nostri simboli, alle nostre istituzioni – ha detto il sindaco Buselli – e recuperare il senso del vivere come comunità. Volterra è città? Lo è da sempre».

Una cerimonia tra storia e senso dell'istituzioni Un riconoscimento che non è folclore ma il giusto riconoscimento per tutti coloro che quotidianamente vivono un territorio e contribuiscono con la loro operosità a farlo crescere. E così  non stupisce che ad attendere autorità, i tanti sindaci delle area limitrofe e turisti fuori dal palazzo lo spettacolo degli sbandieratori di Volterra, parte integrante e cuore pulsante della socialità volterrana. «Il titolo – ha aggiunto il Prefetto – è un riconoscimento per tutta la comunità di Volterra che ha saputo realizzare condizioni di benessere sociale ed economico con il proprio operoso lavoro, frutto anche del patrimonio di conoscenze, acquisito nei secoli, che ne fa, tra l’altro, la città dell’alabastro». «Una città muore quando muore nella testa dei suoi abitanti – ha concluso il primo cittadini. Vorrei dire che Volterra è viva ed è città».

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