«Quel gol di Calaiò poteva regalare un pezzo di salvezza al Siena»: è sicuramente questo l’unico rimpianto per una giornata di campionato favorevole alle sorti della Robur (successo a Pescara, pareggi per Palermo e Genoa). Specifichiamo meglio: non siamo tornati indietro nel tempo, l’Arciere non veste più la maglia bianconera. La nostra vuole essere una provocazione in merito a quella girata di testa di Emanuele Calaiò che per poco non regalava al Napoli tre punti pesantissimi in casa del Milan in ottica Champion’s. Un colpo di testa che arriva in zona Cesarini ma che termina a lato della porta difesa da Abbiati e che condanna il Siena a rimanere ancora con i piedi ben saldi a terra, nonostante la vittoria di sabato nell’anticipo di Pescara. Per centrare la salvezza, la Robur dovrà ancora sudare, e cercare punti pesanti, per altri 540 minuti e oltre.
La lotta salvezza del Siena «In che senso?», si chiederanno adesso in molti dopo aver letto il nostro incipit. Partiamo dal fatto che la vittoria di sabato a Pescara è un ulteriore attestato di merito all’incredibile stagione del Siena. A oggi la Robur sarebbe salva, in quart’ultima posizione solitaria, dopo aver staccato di due lunghezze sia Genoa che Palermo che – è bene ricordarlo – hanno una classifica avulsa peggiore dei bianconeri: quindi, in caso di arrivo a tre al termine della stagione, il Siena si salverebbe condannando Grifone e siciliani alla cadetteria. È bene anche rammentare che il patteggiamento estivo dei toscani ha lasciato una pesante eredità alla Siena calcistica: quel -6 in graduatoria che tutt’oggi rappresenta un’autentica Spada di Damocle sui sogni bianconeri di permanenza in Serie A. Senza quella penalizzazione, la Robur potrebbe godere di una posizione decisamente più tranquilla in classifica al pari di Torino e Chievo Verona (prossimo avversario dei bianconeri al Franchi).
Il non-gol di Calaiò Fattori, questi, che riempiono l’animo della Siena calcistica di orgoglio ma che innegabilmente non possono ancora permettere alla squadra di Iachini di cantar vittoria. Ed è qui che arriva la rete mancata da Calaiò: l’Arciere ha avuto sulla sua testa l’opportunità di regalare un’altra gioia al pubblico senese dopo le reti realizzate in bianconero. Si perché – strano a dirsi ma il tutto corrisponde a realtà – la corsa salvezza del Siena è strettamente connessa alla volata per la qualificazione alla Champion’s League della prossima stagione. Il Siena ha di fronte a sé un calendario decisamente complicato: prima Chievo in casa, poi le due trasferte consecutive a Catania e Roma, infine il trittico terribile che comprende il derby casalingo con la Fiorentina, l’uscita esterna al San Paolo di Napoli e la chiusura di stagione tra le mura amiche ospitando il Milan. Guarda caso, le tre squadre che stanno lottando per l’Europa che conta. Una vittoria del Napoli a San Siro avrebbe regalato una seria ipoteca sul secondo posto alla squadra di Mazzarri e, di conseguenza, l’opportunità – al momento ancora lontana – per la Robur di poter affrontare due squadre (Napoli e Milan) che negli ultimi due turni avrebbero potuto avere ben poco da chiedere al campionato. E invece il Milan resta a 4 punti dal Napoli e la Fiorentina fa altrettanto con i rossoneri. «Ah, se Calaiò avesse segnato!» che prospettiva più decisamente più rosea poteva aprirsi per il Siena. Invece nulla, l’Arciere non ha regalato quest’ulteriore gioia al suo ex pubblico. Sei giornate sono poche ma il campionato del Siena sembra ancora molto lungo. I bianconeri hanno imparato del resto a mettere da parte i “se” ed i “ma”: la risalita dal -6 al quart’ultimo posto che a oggi significherebbe salvezza ci dice questo. Purtroppo ancora non basta. Servono altre vittorie e altri punti. Senza se e senza ma, senza pensare a chi segna e con quale maglia.