Mentre il mondo tremava per il via libera della Corea del Nord al lancio di bombe nucleari sugli Stati Uniti, i democratici senesi erano in conclave riuniti per discutere sulla candidatura a sindaco da presentare nelle prossime ore al cospetto degli iscritti, degli alleati di centrosinistra e poi degli elettori. Dalla partita a scacchi planetaria, con rischio atomico, alla partita a scacchi della politica cittadina. In entrambi i casi per adesso siamo allo stallo.

Partiti in assemblea permanente Battute a parte, quella di ieri è stata una intensa giornata politica. che alla fine, e grazie alla apertura di credito di Sel e Riformisti (leggi), qualche passo avanti lo ha fatto fare alla politica, ma rimane una situazione aperta a tutto. Intanto i partiti hanno ripreso a riunirsi e poi un metodo comune sembra sia individuato, quello dell’assemblea permanente. Con buona pace di Matteo Renzi che ieri denunciava «stiamo perdendo tempo» con riferimento al quadro politico nazionale.

Le mosse sulla scacchiera Ieri pomeriggio i Riformisti del Psi insieme a Sel, all’associazione Siena Cambia e ad altre associazioni, si sono trovati ed hanno discusso di metodi e programmi indicendo la convocazione di un’assemblea permanente che oggi, alle 17, tornerà a confrontarsi. Sperano, anche se non lo dicono, che questa volta anche il Pd sia della partita.

«Candidato unitario subito o primarie il 14 aprile» Anche il Partito Democratico, nonostante un ulteriore slittamento di qualche ora, ha riunito l’assemblea e la direzione comunale cittadina in serata. E alla fine il segretario dell’Unione Comunale, Giulio Carli, che aveva declinato l’invito degli alleati a trovarsi nella sede dei riformisti, e il segretario provinciale, Niccolò Guicciardini, hanno posto ai voti di amici e compagni la stessa formula dell’assemblea permanente: «per sondare iscritti e simpatizzanti su un nome da proporre entro stasera. Se non si trovasse il candidato unitario, allora primarie il prossimo 14 aprile».

La discussione e le tante posizioni democratiche Nelle quattro ore di discussione, pare si sia consumato quel redde rationem interno al partito che da tempo in molti aspettavano; mentre altri rimandavano traccheggiando. Per la verità non tutti gli aventi diritto erano presenti ma comunque l’incontro è stato un confronto vero, con momenti di scontro e dibattito come non si vedevano da tanto. Ha aperto le danze Pierpaolo Fiorenzani, ex assessore della giunta Cenni, che è andato giù duro sul tesseramento del partito ma anche sull’asse Mussari-Ceccuzzi che ancora condizionerebbe le scelte del partito e dei suoi attuali dirigenti. Poi, sono sfilati Lorenzo Brenci e Roberto Morrocchi, da tempo su posizioni vicine a quelle di Bruno Valentini e di Siena Cambia, così come Sandro Starnini, ex consigliere regionale ed ex presidente della Provincia, che ha posto il tema delle primarie per la scelta, salvo l’arrivo salvifico di un «qualche Messia». Contrario alle primarie Maurizio Ferretta, mentre il neo deputato Luigi Dallai ha tentato una posizione equilibrista che ha finito per essere difficilmente sintetizzabile nella sostanza (speriamo che gli interventi in Parlamento siano più chiari). Mentre Paolo Mazzini ha invitato la dirigenza democratica ad elaborare il lutto per la tramontata candidatura di Franco Ceccuzzi (ieri assente ma senz'altro informato in tempo reale) ed a guardare finalmente avanti. Poi l'intervento di Luca Fiorito (da posizioni ceccuzziane) che ha chiesto a gran voce le primarie «perchè non farle sarebbe una sospesione della democrazia».

Oggi Zoggia incontra dirigenti locali Oggi, nel giorno più lungo, i dirigenti democratici e Bruno Valentini incontreranno il responsabile Enti Locali del Pd nazionale Davide Zoggia, che proverà a ricomporre la diatriba intorno ad un nome che vada realmente bene a tutte le componenti democratiche senesi, senza forzature del politburo ancora ceccuzziano, prima di ricorrere alla via maestra dello statuto democratico che indica le Primarie come forma di selezione delle candidature.

Spunta la candidatura di Gianni Castagnini Nei capannelli dei democratici, nel frattempo, ieri notte si soffiavano i nomi dei possibili candidati che Carli e Guicciardini terrebbero in serbo. Esclusi i nomi già emersi nei giorni scorsi e bruciati, tra i papapili ci sarebbe, appunto, Stefano Maggi (come anticipato ieri da agenziaimpress.it leggi) ma avrebbe preso forza anche Gianni Castagnini, attuale direttore di Cna Siena. Un nome gradito senz’altro ad una buona parte del partito ma inviso ad altri. Una mossa, quella di Castagnini,da perfetti giocatori di scacchi. Pare, infatti, che nell’associazione degli artigiani da tempo si stiano facendo i partiti per la successione alla sua carica, cui ambirebbe Michele Lambardi, ancora ceccuzziano convinto. Candidando Castagnini si libererebbe così una poltrona e tutto sarebbe più facile. Finirebbe così per ricomporsi dopo 15 anni quell’asse di golden boys che fu fiore all’occhiello della giunta di Pierluigi Piccini. All’epoca in consiglio comunale sedeva l’attuale deputato Luigi Dallai (renziano alle primarie ma ceccuzziano quando è stato il momento di definire le candidature) mentre Lambardi era segretario cittadino dell’Unione comunale del Pds e Ceccuzzi era segretario provinciale. Dopo tanti anni sarebbero ancora tutti insieme. Chissà se sarà questa la mossa vincente.