Una convocazione urgente per l'Osservatorio dei Cetacei da parte della Regione Toscana per comprendere le cause delle numerosi morti di animali che si stanno verificando in queste settimane nel mar Tirreno.
I ritrovamenti Ultimo in ordine di tempo un delfino spiaggiato a Capoliveri, un esemplare della specie "stenella", della lunghezza di circa 1,70 metri, rinvenuto in avanzato stato di decomposizione oggi sulla spiaggia di Madonna delle Grazie nel Comune di Capoliveri. Ieri stessa sorte è toccata a un grosso esemplare di tartaruga marina trovato sulla spiaggia dei bagni Paolieri di Quercianella (Livorno) con un grosso buco sul carapace. E prima di lei martedì era arrivata sul lido di Rosignano una balenottera comune di 17 metri (leggi). «Convocheremo al più presto l'Osservatorio – ha detto l’assessore all’ambiente della Regione Toscana Anna Rita Bramerini -, il soggetto istituito dalla Regione che, in caso di spiaggiamenti, interviene attraverso l'Arpat coordinando le operazioni di recupero e che, tra le altre cose, si occupa di coordinare gli studi e le attività presenti nel territorio sul tema della biodiversità marina e delle iniziative per la tutela dei cetacei. Lo scopo è fare il punto sulla situazione e individuare le cause di queste morti anche grazie alle professionalità del mondo scientifico e accademico toscane che ne fanno parte».
La situazione Da gennaio a oggi si sono verificati 26 spiaggiamenti di cetacei in Toscana, eventi che si sono concentrati nella parte più meridionale della Toscana, comprese le isole d'Elba e Pianosa. Al momento sono ancora in corso gli esami di laboratorio sui campioni prelevati sulle stenelle morte e non si possono quindi fare ipotesi di alcun tipo sulle cause dei decessi. Tra i 25 animali registrati fino a ieri, 19 appartengono alla specie Stenella coeruleoalba (stenella striata), 2 sono tursiopi (Tursiops truncatus), mentre 4 sono stati registrati come “indeterminati” a causa delle pessime condizioni di conservazione della carcassa.
Le analisi La numerosità degli eventi registrati in questo periodo in Toscana, confermata dal fatto che analoghi spiaggiamenti stanno avvenendo lungo l’intera costa Tirrenica, appare anomala, fanno sapere i tecnici di Arpat, pur considerando che il maggior numero di spiaggiamenti viene di solito registrato nel periodo invernale ed anche tenendo conto dell’efficienza raggiunta dalla rete di monitoraggio regionale che permette di anno in anno di segnalare un maggior numero di casi (lo scorso anno sono stati registrati 35 spiaggiamenti, il numero più alto registrato in Toscana dal 1986). Le analisi effettuate ad oggi su alcune stenelle spiaggiate sono da ricondurre ad infezioni di vario tipo. Gli esami di laboratorio finora hanno evidenziato che un animale è risultato infetto da Dolphin morbillivirus, un agente virale responsabile di due gravi epidemie in passato nel Mediterraneo (1990/1992 e 2006/2008) e di altri episodi analoghi nel resto del mondo. Inoltre in due esemplari è stato isolato anche il batterio Photobacterium damselae subsp. damselae, responsabile di sindromi emolitiche ed emorragiche.