Al tempo della crisi e dei tagli, passato il ciclone legato alla spendig review, mentre quello legato al patto di stabilità sembra ancora imbrigliare le mani dei sindaci, rappresenta sempre più una realtà consolidata, per i comuni della Toscana, l'imposta di soggiorno. Sono, infatti, già 86 i Comuni che nel corso del 2012 l'hanno istituita, mentre due sono quelli che hanno optato per l'imposta di sbarco che va a colpire soprattutto il turismo mordi e fuggi. Nel 2013 altri 11 Comuni si attiveranno per arrivare all'introduzione dell'imposta che, ad oggi, essendo esclusa dal patto di stabilità, costituisce una risorsa immediatamente disponibile per le Amministrazioni che decidano di istituirla.
Cos’è l’imposta di soggiorno A rendere note queste statistiche è un comunicato dell’Anci Toscana. L'imposta di soggiorno, che è a carico dei pernottamenti in strutture ricettive, è compresa tra 0,50 centesimi e 5 euro. La legge stabilisce che può essere istituita da Comuni capoluogo di provincia, Unioni di Comuni, località turistiche e città d'arte.
Per l’Anci serve un’applicazione più omogenea L'imposta, però, in una prima fase di applicazione, ha sofferto di una certa discrezionalità, che ne ha determinato una diffusione poco omogenea. Proprio per ovviare a questa carenza, Anci Toscana si è impegnata per mettere a disposizione dei Comuni gli strumenti per arrivare ad una visione globale della situazione, con la predisposizione dei piani pluriennali di gestione, e l'approdo a soluzioni fondate sui prezzi e su riflessioni approfondite sulle modalità con cui un Comune è definito o meno turistico, attraverso l'ampliamento del raggio d'azione degli Osservatori di Destinazione Turistica. Se questi passassero, infatti, da un estensione comunale ad una sovra-comunale, almeno a livello di Unioni di Comuni, si potrebbe ottenere un'applicazione più omogenea sui diversi territori.