A Siena basta una cena tra sindaci per gettare il caos nel Partito Democratico. Una quindicina di primi cittadini della provincia di Siena, infatti, che si ritrovano nella splendida cornice di Bagno Vignoni e subito scatta l’allarme, aumentando la tensione politica, come se già non ce ne fosse già abbastanza. È bastata una foto postata su Facebook, e qualche tweet, come accadde appena un anno fa con la storica immagine scattata col telefonino dell’incontro di Monti con Bersani, Casini e Alfano.
 
Veniamo ai fatti Ieri sera si sono “attovagliati” (come direbbe Roberto D’Agostino con il suo Dagospia) in un noto ristorante valdorciano una quindicina di sindaci della provincia, un’occasione senz’altro per ritrovarsi, passare una serata tra colleghi scambiandosi opinioni sulla difficile situazione degli enti locali, soprattutto in tema di spending review. Ma anche un momento di confronto tra uomini politici che, pur provenendo da differenti posizioni, appartengono tutti al Partito Democratico.  Niente di particolarmente grave, dunque. Ma tanto è bastato per scatenare commenti e allarmare i vertici provinciali del Pd, già alle prese con non pochi problemi.

I sindaci alla cena Erano presenti invitati dal sindaco di San Quirico d'Orcia Roberto Rappuoli e dal sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli, Francesco Landi, sindaco di Sarteano, Antonio Loia, sindaco di Murlo, Stefano Scaramelli, sindaco di Chiusi, Michele Boscagli, sindaco di San Giovanni d’Asso, Emiliano Spanu, sindaco di Rapolano Terme, Gabriella Ferranti, sindaco di Chianciano Terme, Paolo Brogioni, sindaco di Colle Val d’Elsa, Roberto Bozzi, sindaco di Castelnuovo Berardenga, Marcello Bonechi, sindaco Castellina in Chianti, Giordano Santoni, sindaco di Torrita di Siena, Giacomo Bassi, sindaco di San Gimignano, Bruno Valentini, sindaco di Monteriggioni, Lorenzo Avanzati, sindaco di Abbadia San Salvatore.

Le tribolazioni dei dirigenti La cena al di là del significato politico che può avere, e per il fatto stesso che si è tenuta senz’altro avrà, evidenzia semmai il clima di grande difficoltà in cui versa il partito di maggioranza relativa in provincia di Siena. Difficoltà a cui il gruppo dirigente guidato da Niccolò Guicciardini deve rapidamente porre rimedio. È vero che alle ultime elezioni ha confermato due parlamentari, Susanna Cenni e Luigi Dallai, come nella passata Legislatura (poi Franco Ceccuzzi si era dimesso nel 2011 per candidarsi a sindaco di Siena), ma qualcosa sta iniziando a scricchiolare.

«Ceccobao sindaco di Siena» A Firenze, ad esempio, con l’uscita dalla scena senese proprio di Franco Ceccuzzi (ritiratosi dalla corsa a sindaco per l'inchiesta di Salerno leggi), il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi non ha perso tempo, buttando in piccionaia un sasso che ha creato più di un imbarazzo in via Rosi, candidando il “suo” assessore ai trasporti Luca Ceccobao a sindaco di Siena (leggi). Una proposta evidentemente strampalata (Ceccobao è infatti di Chiusi e non può certo pensare di essere catapultato nelle lastre) ma che dimostra come l’accordo politico con il quale era andato a Palazzo Panciatichi è definitivamente rotto.

Fuori un senese dentro un aretino L’allora sindaco di Chiusi, infatti, era entrato nella squadra di Rossi su forte indicazione proprio di Ceccuzzi, ed ora che Rossi deve fare un impasto di Giunta per sostituire il socialista Riccardo Nencini eletto deputato, vuole trovare posti per l’aretino Vincenzo Ceccarelli (ex presidente della Provincia di Arezzo) e per Vittorio Bugli (ex sindaco di Empoli). Per Siena si tratta di un’autentica defenestrazione i cui effetti ricadranno sulle spalle del conte Guicciardini.

«Ceccobao irrinunciabile per Siena. Ma a Firenze» Il segretario provinciale del pd, infatti, a breve giro invia una nota preoccupata in cui auspica «che le indiscrezioni in merito a un possibile rimpasto della giunta della Regione Toscana, che escluderebbe dalla stessa l’assessore alle infrastrutture e trasporti pubblici, Ceccobao, siano infondate». «Riteniamo, infatti, fondamentale  – continua Guicciardini – la prosecuzione del delicato lavoro svolto dall’assessore in questi anni (…). Abbiamo piena fiducia in tal senso nel presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (…) Per Siena, che sta affrontando una fase così delicata, Luca Ceccobao è una rappresentanza irrinunciabile all’interno della giunta regionale». Insomma, Siena si ribella al rimpasto a sue spese.

Il report di metà mandato Peraltro, puntuale come un orologio svizzero a non meno di 24 ore dall'annuncio di Rossi, l'assessore Ceccobao si preoccupa di diffondere, captatio benevolentiae, il report sulle attività svolte nel suo mandato (scarica) in tutta la provincia Siena. Investimenti, interventi realizzati e da realizzare suddivisi comune per comune.

L'estinzione della specie Se la ricostruzione è esatta si coglie come l’impressione che anche a Firenze come a Siena si continui a giocare a scacchi in una scacchiera che non c’è più, soprattutto dopo l’esito delle elezioni del 25 e 26 febbraio. Non sarebbe forse il caso di provare ad interpretare meglio i tempi che stanno rapidamente cambiando? Una cena tra sindaci alla fine è solo una bella occasione di incontro. Magari ce ne fossero nel partito democratico che da tempo non convoca i suoi organi e i suoi iscritti per discutere, analizzare, fare strategie. Banalmente per fare un congresso. Fino a quando le strategie rimarranno nelle menti di pochi sarà difficile adeguarsi al cambiamento. E, come spiega Charles Darwin, una specie che non si adegua al cambiamento è solo destinata all’estinzione. Prima o poi.