david rossi.jpgHa fatto scalpore il video pubblicato dal New York Post sulla ricostruzione della morte di David Rossi, capo della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena, avvenuta il 6 marzo 2013 dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio. Immagini cruente della caduta e dei movimenti sul vicolo di San Pio, dove è caduto il corpo di Rossi, che hanno fatto grande clamore. «Con riferimento al video diffuso in rete riguardante la caduta di Rossi David  e le fasi immediatamente successive il Procuratore della Repubblica, dott. Salvatore Vitello, titolare del relativo procedimento unitamente al dott. Fabio Gliozzi, subentrato al dott. Andrea Boni, precisa che il filmato che circola in rete corrisponde  a quello già all’epoca acquisito in atti», spiega una nota diffusa dalla Procura della Repubblica di Siena.

Il comunicato del Procuratore capo A fare clamore i movimenti di due persone (identificate in Giancarlo Filippone e Bernardo Mingrone) che si avvicinarono al corpo del manager Mps agonizzante. Ma la Procura spiega: «In ordine alle persone che si avvicinarono al corpo di David Rossi, si rappresenta che già nel corso delle primissime indagini furono sentite due persone informate sui fatti che si ritenne corrispondessero ai due soggetti ripresi  nel video. Gli stessi resero dichiarazioni perfettamente coincidenti con la loro presenza  in loco quale emergente dalla ripresa video e uno di questi fu colui che provvide a chiedere l’intervento del 118 – prosegue la nota -. Appare pertanto evidente che i due soggetti sentiti all’epoca siano coloro che erano sul luogo del fatto e che hanno chiarito le ragioni della loro presenza. Per definitiva conferma ed evitare ogni ulteriore illazione, nella nuova indagine in corso si è delegata la polizia giudiziaria a risentire le due persone già identificate».

Legale famiglia: «Persone in video non sospette» «Le due persone nel video non sono assolutamente sospette». Lo riferisce l’avvocato Luca Goracci, legale della famiglia Rossi in merito al video diffuso. «Il video è quello già agli atti da tempo» afferma Goracci confermando quanto riferito in una nota anche dalla Procura di Siena.