«La nave Costa Concordia dovrà lasciare l’Isola del Giglio nel più breve tempo e con il minor impatto ambientale possibile. Questo è l’impegno che la società Costa Crociere si è assunta con l’affidamento dell’incarico dei lavori di rimozione al Consorzio di imprese Titan Micoperi e questo è quanto dovrà avvenire secondo il crono programma ufficiale dei lavori ribadito al Giglio non meno di un mese fa». Sergio Ortelli, sindaco del Comune di Isola del Giglio, interviene su quanto dichiarato da Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente.
 
Rispetto per la comunità gigliese «Preoccupazione e domande sono legittime ma la comunità di Isola del Giglio è la prima ad essere preoccupata per un intero sistema sociale ed economico messo a dura prova durante questi mesi – prosegue Ortelli – . Tuttavia affermare o lasciar intendere con toni sensazionalistici che la Concordia possa rimanere per sempre al Giglio senza avere esatta contezza dello stato dei lavori può equivalere a mettere ulteriormente a rischio, esponendola oltre misura, la comunità gigliese che invece merita il massimo del rispetto. Il privato porti a termine il suo progetto secondo quanto previsto e il pubblico continuerà a vigilare, come in questi mesi è stato puntualmente fatto sui lavori – conclude il sindaco di Isola del Giglio -, per centrare l’obiettivo principale che è e rimane per tutti quello della rimozione intera della nave».

Le perplessità di Legambiente in dieci quesiti «Siamo perplessi e preoccupati sulla reale ultimazione del progetto di rimozione della nave Costa Concordia e sulla sua definitiva messa in sicurezza». E’ quanto ha dichiarato nel primo pomeriggio Cogliati Dezza. Secondo il presidente di Legambiente «pur rispettando il difficile compito dell'Osservatorio e apprezzando il lavoro fin qua svolto, continuiamo ad assistere al protrarsi dei tempi e al susseguirsi di problematiche che rendono sempre meno applicabile il progetto di rimozione scelto. Non aiuta in tal senso nemmeno l'evidente insufficienza del decreto anti-inchini – ha proseguito – che dimostra come, nonostante le 32 vittime, l'amarissima lezione non sia stata ancora recepita dalle autorità competenti. Come risulta inaudito che a oggi ancora non si sappia dove sarà portata la nave e se, e quando, sarà rimossa definitivamente». Proprio per questo Legambiente ha consegnato oggi alle istituzioni coinvolte (ministero dell'Ambiente, Protezione Civile, regione Toscana, osservatorio Concordia, Provincia Grosseto e Comune dell'Isola del Giglio), dieci domande sulle forti perplessità che nutre riguardo al progetto. «Chiediamo alle autorità nazionali un atteggiamento più incisivo – conclude Cogliati Dezza – per evitare che questa tragedia possa divenire anche un disastro ambientale. Per questo Legambiente ha inviato la nota dove pone domande precise sul progetto di rimozione: il progetto e' definitivo? Chi lo ha approvato ufficialmente? Sono stati fatti sondaggi per verificare lo stato del fondale prima della presentazione del progetto stesso?».

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