Mentre incalzano gli scandali su Banca Monte dei Paschi derivati dai derivati e dalle operazioni “oscure” (leggi) continua a tenere banco lo scontro tra azienda e sindacati, o perlomeno una parte di essi, dopo la firma dell’accordo quadro per il rilancio della banca senese. Accordo che ha portato alla frattura tra le sigle sindacali (leggi). A tornare sull’argomento quest’oggi è la Fisac Cgil (non firmataria – ndr) che continua la propria lotta contro le esternalizzazioni, fin dal primo minuto punto cruciale del piano industriale proposto dal duo Profumo-Viola
Più prepensionamenti, meno esternalizzazioni «Essendo il numero delle potenziali uscite per prepensionamento – afferma in una nota il sindacato – più alto delle previsioni aziendali, risulta oltremodo praticabile il “progetto sindacale unitario” originario di sostituire integralmente l'esternalizzazione di 1.100 lavoratori con la fuoruscita definitiva già nel 2013 di un numero superiore alle aspettative, e con l'ulteriore possibile bacino di utilizzo del 2014 e 2015». Riguardo alle domande per il Fondo esuberi, il sindacato spiega di aver ricevuto comunicazione dall'azienda sul fatto che «le adesioni sono certamente più elevate dei numeri previsti (circa 1.000)» e che, per quanto riguarda le uscite, sono previsti due scaglioni da 500 lavoratori ciascuno, con uscita rispettivamente il 1 febbraio e il 1 marzo di quest’anno.
Crescono le adesioni al piano esodi incentivati Nel giorno stesso dell’assemblea degli azionisti (leggi) , si sarebbe svolta una riunione tra la banca e le organizzazioni sindacali per la verifica delle domande di prepensionamento giunte per godere dell’accesso al Fondo di Solidarietà. In una nota congiunta di Fabi-Fiba-Ugl-Uilca si parla letteralmente di “Boom di adesioni al piano esodi incentivati di Mps”. «L'analisi ha permesso di constatare il grande interesse dei colleghi in possesso dei requisiti richiesti – scrivono le sigle sindacali -, tale da superare le previsioni definite nell'accordo, che parla specificamente di 1.000 risorse. Verrà quindi dato seguito con assoluta certezza alle domande dei colleghi che matureranno il diritto a pensione entro il 31 dicembre 2016, con la seguente tempistica: 500 risorse, composte dalla totalità dei colleghi già in possesso dei requisiti al 31 dicembre 2012, oltre ad un primo gruppo di aderenti al Fondo di sostegno al reddito con uscita all'1 febbraio prossimo; ulteriori 500 risorse, con uscita 1 marzo». Il comunicato prosegue dicendo che nella stessa riunione «è stato quindi affrontato il tema di come rispondere alle richieste in eccedenza, ad oggi non ancora quantificate». Da parte Fabi-Fiba-Ugl-Uilca è stato chiesto «l'accoglimento totale delle domande purché la banca, a fronte del futuro vantaggio in termine di costo del personale, se ne accolli interamente i relativi oneri, senza che ricadano sui lavoratori che rimangono in azienda. La banca ha preso atto della richiesta riservandosi di dare una risposta in tempi brevissimi».
Il valore oltre i numeri Ma in occasione dell’assemblea degli azionisti, e quindi nello stesso giorno dell’incontro tra azienda e sindacati, abbiamo intervistato proprio la responsabile delle risorse Umane per Banca Mps Ilaria dalla Riva che ha tenuto a precisare: «L’accordo non aveva necessità di assemblee per essere approvato. Io andrei oltre i numeri, l’accordo è stato siglato, è stato reso effettivo e le azioni dimostrano che i lavoratori volevano questo accordo. La cosa vera, significativa, è che 31mila persone hanno accettato in qualche maniera di farsi carico del fatto che altri colleghi andassero in pensione. Questo è il gesto più grande e più emblematico che testimonia quanto i dipendenti del Monte siano veramente attaccati, responsabilmente, a questa banca e quanto vogliano che la banca riparta»