Via libera dall'assemblea degli azionisti del Montepaschi agli aiuti di Stato attraverso i cosiddetti Monti-bond da 3,9 mld. Oltre il 98% dei presenti in sala ha votato in favore. La delibera è arrivata dopo oltre 7 ore di assemblea, nel corso della quale hanno partecipato circa 370 soci, in rappresentanza di 942 aventi diritto, pari al 53,77% del capitale della banca. La proposta è stata approvata dal 98,75% dei presenti che corrispondono al 52,11 per cento.

Viola: «Non ci sono altre casseforti da aprire» «A nostra conoscenza no, non ci sono altre casseforti da aprire al Montepaschi». Con questa dichiarazione dell’ad Fabrizio Viola si conclude la lunga giornata di Banca MPS. Forse quella più vissuta sotto i riflettori nazionali e internazionali di tutta la sua lunga storia. «Come ho già detto per poter dire la parole fine occorre terminare il lavoro. L'obiettivo è chiudere entro primi dieci giorni di febbraio. Ancora un po' di prudenza ci vuole» ha detto ai giornalisti durante la conferenza stampa. Viola ha poi commentato lo sprint del titolo in Borsa (ha chiuso la seduta con un rialzo dell'11,36% a 0,259 euro, con scambi da capogiro, quasi 1,42 miliardi di pezzi, pari al 12% circa del capitale): «Il rimbalzo in Borsa credo che sia una cosa naturale dopo aver fatto un meno 20% in tre giorni. Vedere un titolo che ritorna ad una volatilità normale significa che il mercato si sta rendendo conto che il problema c'è ma è gestibile».

Profumo: «L'assemblea del Monte mi ha ritenuto adatto per questo ruolo» «Nessuna struttura interna della banca è ora opaca» ha, invece tenuto a precisare il presidente Alessandro Profumo rispondendo a chi gli chiedeva se in passato ci sarebbe stata una struttura che non avrebbe fatto vedere certe carte. «Il cambiamento rilevante nella struttura interna è avvenuto a gennaio scorso ha ricordato Profumo -, subito dopo l'insediamento di Viola e poi a giugno c'è stato il cambio radicale della dirigenza». Il presidente ha poi voluto rispondere all’attacco che Beppe Grillo gli aveva sferzato durante il suo intervento in apertura di assemblea affermando che «Profumo è inadattoa  questo ruolo». «A Beppe Grillo – ha affermato Profumo – dico sono persona che un minimo capisco il mestiere: l'ho fatto per tanti anni e sono stato ritenuto adatto dall'assemblea del Monte. Farò di tutto per consentire a Grillo di ricredersi».

LA CRONACA DELLA GIORNATA

Profumo:«Valuteremo attentamente azioni di responsabilità» Il Monte dei Paschi di Siena valuterà «in modo approfondito eventuali azioni di responsabilità verso ex amministratori, sindaci e manager, ma dovrà' necessariamente aspettare le analisi delle autorità e della magistratura». E’ stata questa la risposta di Profumo agli azionisti «Non si tratta di timidezza – ha detto – faremo un'eventuale azione quando saremo sicuri che non porterà danni alla banca. Dobbiamo anche capire quali saranno gli strumenti adeguati per la tutela del patrimonio della banca».«Con la nazionalizzazione del Monte dei Paschi di Siena – ha spiegato poi Profumo –  sarebbe necessario vendere a pezzi la banca. Il nostro pensiero – ha detto rispondendo agli azionisti – è mantenere una banca che continui a operare in modo autonomo». «Faremo di tutto per rendervi contenti – ha aggiunto Profumo – Non saremo il terminale di nessuno» riferendosi alle attività di aiuto alle aziende del territorio fatte nelle passate gestioni, «ma solo di voi azionisti».

Viola e la situazione sotto controllo Il Montepaschi ha rinnovato completamente la direzione finanziaria nel giugno scorso e quello «è stato il presupposto per aprire i cassetti». Lo ha detto l'ad di Mps, Fabrizio Viola, rispondendo alle domande degli azionisti in assemblea. «Sono stati tre giorni molto complicati e difficili – ha aggiunto – soprattutto per i colleghi che lavorano nelle filiali, anche loro preoccupati da un'assoluta amplificazione di quanto successo che anche ieri sera il Cda ha stigmatizzato. Le operazioni sono state individuate dalla banca – ha detto Viola riferendosi alla vicenda dei derivati – e non saltate fuori per caso». Poi ha assicurato che la «situazione è sotto controllo e precisato che «le analisi sono ancora in corso. Un dato di fatto è che sono non si tratta tecnicamente di derivati, è  bene sottolinearlo. Si tratta di contratti pronti contro termine di lunghissimo termine e quindi il livello di rischio è molto più contenuto dei derivati. Hanno dei problemi ma per lo meno non si portano dietro quei rischi di variazione dei valori come un derivato puro. E' un problema che non abbiamo». E sull'operazione "Patagonia": «Al di là del nome, non proprio tranquillizzante, l'operazione “Patagonia” non è oggetto di indagine perché non presenta problematiche per la banca. E' diversa dagli altri prodotti oggetto di attenzione» 

Mancini: «Pronti ad azione di responsabilità» «Attendiamo che sia fatta piena chiarezza attraverso le analisi in corso come annunciato da parte di Banca Mps». Cosi il presidente della Fondazione Mps Gabriello Mancini (guarda l'intervista), intervenendo all’assemblea degli azionisti. «La Fondazione Mps è determinata ad intraprendere tutte le eventuali azioni, compresa quella di responsabilità che la legge le riserva a tutela degli interessi propri e di tutti gli azionisti».  La Fondazione Mps, primo azionista di banca Montepaschi, «si aspetta che i nuovi strumenti finanziari vengano rimborsati» .Mancini è stato più volte contestato dai soci della banca Mps nel corso del suo intervento in assemblea. L'azionista di riferimento, rivolgendosi agli oltre 200 presenti nell'auditorium, si è così' fermato dal leggere il suo discorso e rivolgendosi hai presenti ha detto: «Non mi zittate, tanto il mio intervento lo leggo tutto, possiamo stare qui fino a domani, non chiedo approvazione ma solo un po' di educazione, cosa che qui da stamane non c'e' stata». Poi rivolgendosi ad uno dei soci che continuava a contestarlo ha detto:  «chetati». Poi Mancini ha ribadito che la Fondazione Mps voterà' il via libera alla delega al Cda di Banca Monte dei Paschi di Siena per l'aumento di capitale proposto dai vertici del Monte

Titolo continua a salire in Borsa Mps torna agli scambi a Piazza Affari, dopo essere stata sospesa dalle contrattazioni per eccesso di rialzo. Il titolo della banca senese balza al 14,02% a 0,266 euro, dopo aver toccato il massimo di giornata a 0,27 euro. Elevatissimi i volumi scambiati, gia' oltre il 7% del capitale. Il titolo era stato nuovamente congelato e sospeso sul +12,94% a 0,26 euro per azione. All’apertura della Borsa, questa mattina, si era registrato un vero e proprio sprint di Mps. Il titolo, che in 3 sedute ha perso il 20% della capitalizzazione, è partito bene correndo con un rialzo del 5,02% a 0,24 euro nei primi scambi.Per eccesso di volatilità, però, il titolo è stato congelato a metà mattinata, mentre stava guadagnando il 7% a 0,25 euro. Vivaci gli scambi, per 391 milioni di pezzi, pari al 3,3% del capitale, circa la metà di quanto scambiato nell'intera seduta precedente.

Tra scommesse e Palio straordinario per l’emiro «Cominci a prenotare il ristorante». Con questa battuta il presidente  Profumo, ha risposto a un piccolo azionista che aveva detto di essere pronto a pagare una cena ai vertici della banca, allo stesso Profumo e all'ad Viola, se entro il 2015 porteranno a termine il risanamento dell'istituto senese. Il socio Giampiero Maccari ha auspicato che a salvare il Monte intervenga «magari qualche fondo sovrano degli emiri e se viene l'emiro gli organizziamo anche un Palio straordinario in onore di Maometto».

Profumo: «Io e Viola autonomi dalla politica» «Chi conosce il sottoscritto e l'ad Fabrizio Viola sa che siamo completamente autonomi» dalla politica. Lo ha detto il presidente Profumo rispondendo a un piccolo azionista che nel corso dell'assemblea si è augurato che i vertici attuali sappiano essere autonomi dalla politica e non ci siano più ingerenze nella gestione della banca. Ad un altro piccola azionista che aveva auspicato che dopo le vicende negative di questo periodo il Monte potesse consolidarsi e restare «per sempre la banca più vecchia del mondo», Profumo ha risposto con ironia: «Diciamo la banca più antica del mondo, non la più vecchia».

Boldrin, chiede le dimissioni dell’alta dirigenza Un invito «esplicito alla nazionalizzazione e alle dimissioni di tutta l'alta dirigenza». E' quanto ha chiesto Michele Boldrin, cofondatore con Oscar Giannino di “Fare per fermare il declino”, intervenendo all'assemblea straordinaria di Mps. Poi, una volta risanata, la banca dovrà essere, per Boldrin, «riprivatizzata». Secondo l'economista, oggi, «la situazione patrimoniale di Mps è tale che non è in grado di svolgere l'attività bancaria con mezzi propri» e vive con una «ricapitalizzazione occulta, con un finanziamento statale». Secondo Boldrin, il Monte dei Paschi è «la punta di un iceberg, il risultato di una situazione, quella del sistema bancario italiano, totalmente anomala. Il sistema italiano non è né privato né pubblico, i partiti politici in via indiretta governano le banche attraverso le Fondazioni». Boldrin ha infine chiesto, una «vigilanza della Banca d'Italia molto più trasparente».

Piccoli azionisti contro i manager L'associazione dei piccoli azionisti del Montepaschi si scaglia contro le maxi-retribuzioni ai dirigenti e gli eventuali bonus in favore dei manager della banca mentre molti dipendenti sono stati costretti all'esodo. «La trasparenza che noi esigiamo deve servire alla crescita aziendale e non all'arricchimento di pochi», ha tuonato il presidente di Azione Mps, Antonio Spinelli. «Ritengono fondamentale che nessuno, soprattutto in questa fase di crisi occupazionale, ottenga bonus o retribuzioni variabili connesse con la riduzione dei posti di lavoro o delle retribuzioni complessive». Spinelli ha, poi, sottolineato che «al fine di dare concretezza e ripristinare la fiducia del Mercato si rende indispensabile che il Monte renda pubblici gli importi globali delle retribuzioni per tipologia dei propri dirigenti, la cui riduzione» è richiesta dalla legge prevista per la sottoscrizione gli aiuti di Stato, i Monti bond.

Si va verso assemblea-fiume Si preannuncia un'assemblea fiume al Montepaschi di Siena. Nonostante l'ordine del giorno preveda soltanto un punto da mettere ai voti, sono già decine i soci che vogliono prender parola per manifestare le proprie preoccupazioni per quanto sta accadendo all'interno di Rocca Salimbeni. Gli interventi previsti al momento sono circa 30 (con possibilità che aumentino nel corso della mattinata) e ciascuno di questi ha una durata massima di dieci minuti, come stabilito dal presidente Alessandro Profumo a inizio lavori. Tirando le somme si tratta quindi di oltre quattro ore di domande. Seguiranno poi le risposte dei vertici ed eventuali repliche dei soci. I temi più quotati, lo scandalo derivati, garanzie sui 31 mila dipendenti della banca, le inchieste della magistratura, la vigilanza della Banca d'Italia, gli aiuti di Stato da 3,9 miliardi di euro, gli ex vertici guidati da Giuseppe Mussari.

Il richiamo di Profumo «Mi riservo di tutelare la nostra reputazione e onerabilità, nelle sedi competenti se vengono espressi giudizi sulle persone». Lo ha detto il presidente Profumo nel corso dell'Assemblea dell'istituto senese. «Prego di prestare attenzione a ciò che si dice – ha concluso rispondendo agli interventi di alcuni soci -. Nessuno può pensare di venire qua e magari è ripreso in un momento di visibilità pubblica».

Il tablet che scompare e il siparietto Profumo-Semplici Un tablet che scompare durante l'assemblea del Montepaschi e l'argomento tiene banco tra il povero derubato e il presidente Profumo. L'accaduto, capitato al piccolo azionista Romolo Semplici, è stato denunciato da lui stesso aprendo il proprio intervento in assemblea. «Presidente, sono stato derubato del mio tablet» E' uno scandalo che accada proprio qui e la dice lunga su questa banca». Immediata la risposta di Profumo: «Mi spiace, ma questa non è colpa della banca ma dei suoi soci».

Profumo: «Non ci sono ancora dati puntuali sui derivati» «Non è ancora possibile fornire dati puntuali e aggiornati» in merito allo stato dell'arte della situazione derivati. Lo ha detto il presidente Profumo in assemblea, precisando che la banca sta ancora lavorando all'esame dell'esposizione portafoglio titoli e derivati.

Grillo contro Profumo «Alessandro Profumo lo conosco, è di Genova come me, faceva il casellante e studiava la notte. Ma ha un curriculum inadatto per questo ruolo perché è indagato per frode fiscale». Cosi' Beppe Grillo ha aperto il suo intervento all'assemblea del Montepaschi. «Questa era la banca dei senesi, florida e straordinaria – ha proseguito Grillo -, poi dal 1995 è stata politicizzata, è arrivata la Fondazione, è entrato il partito con tutti i leader ex Ds, da lì è partito lo scempio del Monte. Poi sono arrivati i dividendi ed hanno disintegrato una delle banche più belle al mondo;  hanno spolpato una banca che prima del ‘95 valeva più di 20 miliardi, oggi ne vale meno di 2. L’operazione Antonveneta si traduce nell’acquisire un debito/un passivo e lo si incarna dentro una banca. Lei Profumo – ha detto Grillo rivolgendosi al presidente di Banca Mps –  doveva aprire un’inchiesta, qui la situazione è peggiore di Parmalat. La presidenza deve aprire una commissione per far chiarezza con tutti i segretari del partito  dal 95 a oggi. Qui c’è un buco da 14 miliardi». A questo punto Grillo è stato interrotto da Profumo che gli ha chiesto di specificare dove ha trovato questi dati. «Se non sono 14, sono 13 miliardi» ha risposto il leader del Movimento 5 Stelle e e ha proseguito: «Il Pd e i loro segretari devono fare chiarezza e poi chi ha controllato? La Bankitalia? La Consob? siamo davanti a uno dei buchi più grossi d’Europa. Mussari non sa nulla di banche;  non sa fare nemmeno un bonifico, figuriamoci se sa qualcosa di derivati. E poi l’ingiustizia dei Monti Bond…..qui siamo di fronte ad una distruzione vera e propria dove un partito è diventato banca e viceversa. Mps dovrà licenziare migliaia di persone ma non si riscatterà con questa gestione. Come cittadino – ha concluso –  chiedo chiarezza, i responsabili sul banco degli imputati devono ridare tutto indietro».

Lo show di Grillo prima dell'Assemblea A precedere l’inizio dell’assemblea la ressa di giornalisti di tutte le testate nazionali che hanno interpellato ospiti più o meno vip, piccoli azionisti, sindacalisti. Beppe Grillo letteralmente preso d’assalto al suo arrivo all’Auditorium di Viale Mazzini ha ribadito quello che da giorni denuncia in tv e attraverso le pagine dei giornali: «Quello che hanno fatto alla banca Monte dei Paschi è peggio della Tangentopoli, di Craxi e di Parmalat insieme, questo è il danno che hanno fatto. Hanno fatto di un partito una banca e di una banca un partito. Mussari è un incompetente, lo hanno messo lì a fare il linoleum: stanno vendendo una banca del 1500 al mercato» ha detto.

Samorì, «nazionalizzare subito» «Chiedo l'immediata nazionalizzazione di Banca Monte dei Paschi di Siena e il licenziamento di tutto l'attuale management'». Lo ha detto Giampiero Samorì, leader del Mir, arrivando all'assemblea di Bmps. «Sono titolare di poche azioni, sono già venuto qui per proseguire la mia battaglia contro l'ad Fabrizio Viola e tutta l'oligarchia bancaria», ha proseguito, ribadendo che per lui Mps deve tornare a fare utili ed essere «propulsore» di tutta l'economia italiana.

Presidi e striscioni in Viale Mazzini Un presidio della Lega Nord e uno delle forze che sostengono la lista Rivoluzione Civile di Ingroia stanno accogliendo i soci di Banca Monte dei Paschi di Siena convocati per l'Assemblea straordinaria. Cori e volantini contro la dirigenza del Monte ma anche contro l'ex sindaco di Siena e candidato del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative Franco Ceccuzzi.