Divisi sul futuro dei lavoratori al momento della firma sull’accordo quadro per il rilancio della banca (leggi), le organizzazioni sindacali Mps ritrovano unità nella difesa dei lavoratori e nel puntare il dito contro la classe politica rea di aver traghettato Rocca Salimbeni al naufragio. C’è anche poi chi, come il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, difende l’operato dell’ex presidente di Banca Mps Giuseppe Mussari.
 
In difesa di un avvocato «Conosco il presidente Giuseppe Mussari dal 2010 e voglio testimoniare che durante questi 3 anni ha sempre avuto verso le organizzazioni sindacali il massimo rispetto e ha operato, nella sua gestione in Abi, sempre con la massima trasparenza, correttezza e professionalità» ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. «Non vorrei che si stesse cercando un capro espiatorio per attenuare molteplici responsabilità, attribuibili sia alla politica nazionale sia a quella locale, anche perché non credo che la difficile situazione in cui si trova oggi il Monte dei Paschi possa essere imputabile a una sola persona».
 
Fabi, «nuova puntata della telenovela» «Le dimissioni del presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, aggiungono un nuovo capitolo alla telenovela sul Monte dei Paschi di Siena. Peccato che in questa telenovela i soggetti penalizzati siano i lavoratori del Gruppo Mps» si legge in una nota della Fabi. Da più di un anno Fabi sostiene che le responsabilità del passato «coinvolgono un'intera classe dirigente, a cominciare dalla politica, che attraverso gli enti locali nominava la maggioranza del consiglio d'amministrazione della Fondazione (principale azionista del Monte), per finire alle parti sociali, comprese le organizzazioni sindacali che avevano rappresentanti di riferimento nei Consigli d'amministrazione che hanno gestito la banca». Oggi è il momento in cui «ognuno deve dare il massimo per rilanciare l'azienda, abbandonando populismi e demagogie che, lungi dal risolvere alcunché, fanno solo il danno della banca e delle decine di migliaia di colleghi che vi lavorano», sottolinea la Federazione dei bancari.
 
Uilca, «dimissioni atto non dovuto»«Prendiamo atto delle dimissioni del presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari. Non entriamo nel merito di questa decisione, pur apprezzando un atto di tale portata, peraltro non dovuto, se funzionale a fare chiarezza su vicende particolarmente complesse». Ad affermarlo in una nota è il segretario generale della Uilca, Massimo Masi. «Valutiamo con dispiacere quanto avvenuto, riconoscendo a Mussari una importante spinta per riportare l'Abi e il mondo bancario al centro del dibattito tra le Organizzazioni datoriali, con un ruolo da protagonista nel mondo del lavoro e nell'agenda politica. Auspichiamo che le dimissioni del presidente – conclude il segretario generale della Uilca- non impediscano ad Abi di mantenere il ruolo di riferimento nel settore, che quanto mai oggi si trova ad affrontare un periodo di difficoltà, in cui le lavoratrici e i lavoratori hanno assoluta necessità di certezze normative e salariali».
 
Fisac, «l’azienda ora spieghi ai lavoratori» «A seguito delle notizie riportate dai principali organi di informazione – si legge in una nota della sigla sindacale – e delle dimissioni del Presidente dell’ABI Giuseppe Mussari, del quale avevamo chiesto più di un anno fa unitariamente, nel silenzio di tanti che oggi sembrano aver ritrovato la parola, le dimissioni da Presidente della Banca, l’Azienda ha il dovere di spiegare ai lavoratori, ai quali tra l’altro spetta l’onere di confrontarsi quotidianamente con la clientela, la reale situazione della Banca e le reali responsabilità delle precedenti gestioni e di quella attuale. L’Azienda convochi le Organizzazioni Sindacali, affronti il tema del risanamento accantonando inutili progetti quali le esternalizzazioni e la neutralizzazione del contratto integrativo. Noi abbiamo da tempo un progetto basato sulla solidarietà e su politiche serie di contenimento dei costi»

Ugl, «Dimissioni Mussari, operazione di trasparenza» «Ugl apprezza la decisione di Giuseppe Mussari di dimettersi dalla presidenza dell'Abi in relazione alla vicenda Mps ma esprime preoccupazione per il futuro dei lavoratori del Gruppo. Le dimissioni del Presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, – dice il segretario generale, Giovanni Centrella – rappresentano un gesto di grande responsabilità e trasparenza che servirà a fare luce su una vicenda grave per l'intero Paese. Ci auguriamo – conclude – che ci si preoccupi di salvaguardare, facendo chiarezza una volta per tutte, il futuro del Monte dei Paschi e con esso quello dei suoi dipendenti i quali, come decine di migliaia nel loro settore, rischiano di pagare scelte dei vertici e di coloro che in generale hanno responsabilità gestionali nella conduzione delle aziende di credito»

Fiba, «si aggrava lo scenario di incertezza del sistema bancario» «Si chiude una vicenda di dissennata conduzione di Mps, ma diamo atto di una presidenza Abi aperta al dialogo e ad un percorso comune con le parti sociali che ci auguriamo possa continuare»: così il segretario generale Fiba Cisl, Giuseppe Gallo commenta le dimissioni del presidente dell'Abi Giuseppe Mussari. «Le dimissioni aggravano lo scenario di incertezza del sistema bancario italiano, all'interno di una crisi finanziaria e di una recessione gravi, persistenti ed irrisolte che scatenano effetti pesantemente negativi sulla coesione sociale e sulle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori che le parti sociali del settore hanno efficacemente governato con il rinnovo del Ccnl 19.1.2012 e con i 10 Accordi sui piani industriali dei principali gruppi bancari che ne sono seguiti. Le ragioni delle dimissioni – ha osservato – chiudono una vicenda di dissennata conduzione del Mps, riconducibile anche e soprattutto ad un sistema di gestione politica e clientelare della banca che tutt'oggi si oppone al suo risanamento, dall'acquisizione di Antonveneta all'opacità dei contratti in derivati che l'accordo del 19 dicembre ha contenuto, con grande efficacia, per quanto attiene alle ricadute sulle lavoratrici e sui lavoratori, garantendo continuità contrattuale ed occupazionale al back office, volontarietà di accesso al Fondo di solidarietà, rimodulazione e tenuta del contratto integrativo aziendale. Sul tavolo nazionale va, peraltro, dato atto alla presidenza Mussari di aver rilanciato il ruolo e lo stile dell'Abi e di aver manifestato la volontà innovativa di cogliere le aperture istituzionali sulla Corporate governance avviando un percorso di riflessione con le Segreterie Generali Confederali e di settore per valutare l'apertura della governance delle banche ai rappresentanti dei lavoratori. Percorso che ci auguriamo possa continuare con la nuova Presidenza per giungere all'auspicato approdo»