Secondo ko consecutivo per la Fiorentina che inizia il 2013 nel peggiore dei modi possibile e, forse, come nessuno si sarebbe mai aspettato. Il 2012 che aveva riportato la squadra viola tra le grandi della Serie A sembra adesso lontano, molto lontano. Non tanto dal punto di vista del gioco quanto da quello del cinismo e della capacità di concretizzare in gol le azioni da rete create. Se a questo aggiungiamo anche il problema-portiere e delle defaiances che a Udine hanno riguardato Neto, titolare dopo che contro la Roma era stato Viviano a manifestare problemi di affidabilità, il risultato è il semi-scivolone in classifica e il quinto posto dove si trova adesso la squadra di Montella.
 
Qualcosa si è incappato Qualche sassolino è entrato dunque in quelli che sembravano gli oliati meccanismi viola. Troppo narcisistica la Fiorentina vista contro l’Udinese. Illuminata da un sempre molto positivo Borja Valero, i viola si sono riscoperti spuntati con Jovetic, Toni e Ljiajc lontani dalla forma migliore. Poco importa se in attacco arriva Larrondo dal Siena e se «la squadra di Montella avrebbe meritato le ultime due partite», come ha sottolineato il ct della Nazionale Cesare Prandelli. Ai viola manca la zampata decisiva, il guizzo del goleador, più che del campione. Giocate che, ormai, fanno parte del repertorio di Antonio Di Natale, match-winner della gara del Friuli. Ironico che una doppietta dell’Aeroplanino in maglia bianconera abbia piegato le gambe alla squadra dell’Aeroplanino-Montella. Specie dopo la stima reciproca manifestata dal duo Montalla-Di Natale alla vigilia. Dichiarazioni che avevano indotto molti a pensare che lo stesso Di Natale potesse vestire a brave la maglia gigliata. Invece, tutto il contrario. Da potenziale rinforzo a cinico esecutore della sorte viola. Di Natale non si muove dall’Udinese e con una doppietta dà il là ad una prima minicrisi stagionale per la Fiorentina. Ironia del pallone.
 
Ripartire dalla Roma E adesso occorre mettere un punto dopo questi due passi falsi. Mercoledì c’è la Coppa Italia e al Franchi di Firenze arriva la Roma di Zeman per il match delle polemiche, soprattutto di matrice giallorossa, dopo la decisione di giocare la sfida in terra toscana e non all’Olimpico. Sebbene i quarti di finale di Tim Cup siano un appuntamento in genere un po’ bistrattato, per la Fiorentina potrebbero rappresentare molto in chiave futura e non ci sarebbe da sorprendersi se Montella decidesse di schierare comunque la Fiorentina titolare per cercare di dissipare un po’ le nubi che i più critici stanno già addensando sul cielo viola. Ripartire da dove si era rimasti, ripartire dalla Viola vista fino al Natale. Di Natale è ormai alle spalle.

Articolo precedenteParte a Prato il progetto di marketing territoriale voluto da Provincia e giovani imprenditori
Articolo successivoAl Giglio la giornata della commozione e del ricordo. L’isola si ferma per commemorare le 32 vittime della Concordia