La Toscana continua a svolgere il ruolo di leader nazionale nel settore turistico. Nonostante la crisi dei consumi, nel Granducato il turismo tiene. Soprattutto grazie alla domanda straniera, e la regione resta la locomotiva del settore in Italia. La fotografia è della Regione Toscana che, in una nota, offre il quadro dell'andamento nel 2012.
 
I numeri Nel 2012 in Toscana si è rilevato un calo del turismo nazionale stimato a -5,7% (nel resto d’Italia i primi dati ufficiali provvisori gennaio-settembre evidenziano un calo di oltre 11 punti percentuali), a differenza degli stranieri che invece hanno segnato un aumento pari allo 0,7% (in Italia, dopo 9 mesi, si registra un calo di 1 punto e mezzo dei flussi stranieri), portando per la prima volta la quota del mercato estero al 52,2% del movimento complessivo, con ottimi risultati su alcuni mercati dei paesi Bric, in particolare Cina, India e Russia, mentre restano stabili i flussi del turismo brasiliano. Positivi anche i dati relativi al mercato tedesco e svizzero. Fra i mercati ''minori'', in valori assoluti, in lieve crescita i flussi turistici provenienti dall'Australia, dal Giappone, dall'Argentina, dal Belgio e dalla Danimarca. Stabili i flussi provenienti dal Regno Unito. In calo quelli provenienti dalla Francia, dalla Spagna e dall'Olanda. In lieve flessione anche i turisti dagli Stati Uniti.
 
Chi investe nel mercato estero resiste In conclusione, secondo la fotografia della Regione, nonostante il calo generale del mercato nazionale, e dopo il record storico delle presenze turistiche del 2011, i dati a consuntivo dovrebbero riportare la Toscana al di sopra dei livelli registrati nello stesso periodo del 2010. Dall'analisi dei dati emerge che a reggere meglio sono state le imprese che hanno saputo formulare proposte specifiche per il mercato estero, e in generale per i consumatori a minor disponibilità di reddito. Complessivamente il comparto alberghiero segna una diminuzione del 2,3%, quello extralberghiero il meno 2,6%, con la quota di mercato del settore alberghiero attestata al 53% del totale.