«Chiediamo alla Ue, al Governo attuale e a quello che avremo fra pochi mesi, alla regione e agli enti locali, un impegno a difendere e valorizzare il patrimonio verde-rurale, non come museo o retaggio del passato ma come parte viva ed essenziale di una economia sociale basato sul bene comune. La ‘green economy’ siamo noi, è l’agricoltura il cuore verde dell’economia». Con queste parole il presidente della Cia Toscana Giordano Pascucci ha concluso il suo intervento di fronte al ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania, al convegno organizzato dalla Cia oggi a Firenze “Più agricoltura. Valorizzazione del territorio, sviluppo dell’economia, crescita del Paese”. Al convegno hanno partecipato oltre 600 agricoltori provenienti da ogni provincia toscana, con la presenza degli assessori regionali all’agricoltura Gianni Salvadori e all’urbanistica Anna Marson.
120 milioni per le alluvioni «In questo periodo la Toscana è stata dilaniata e me ne rendo perfettamente conto. Stiamo aspettando tutta la documentazione per la solita procedura in caso di calamità naturali. Tutto quello che avviene mi convince sempre di più che dobbiamo fare una buona prevenzione tenendo il territorio in ordine da un lato, e dall'altro diffondere sempre di più strumenti di copertura assicurativa tra gli agricoltori». A dirlo il ministro Catania che ha aggiunto: «Abbiamo previsto per il 2013, 120milioni di fondi nazionali che si aggiungono a quelli comunitari e nel negoziato europeo – ha aggiunto Catania – Spero di ottenere una dotazione ancora più importante per i prossimi anni»
L'agricoltura toscana post-alluvione Pascucci ha ricordato i danni al territorio toscano a causa delle alluvioni delle ultime settimane, in alcuni casi per scarsa manutenzione del territorio dovute all’abbandono delle campagne. Nel periodo 2007-2010 ben 3mila ettari di superficie agraria sono stati occupati da nuovi insediamenti urbanistici. Dal 2000 al 2010 la toscana ha perso 100mila ettari di superficie agricola a causa dell’abbandono dell’attività agricola, in particolare nelle aree svantaggiate e montane, dove l’agricoltura è meno competitiva. «Le principali minacce per il nostro territorio – ha detto Pascucci –sono quelle derivanti dall’erosione dei suoli agricoli per altri impieghi e per l’avanzare della rendita speculativa, che aggredisce il territorio non appena viene meno il presidio della presenza agricola. La sfida della pianificazione dell’uso del territorio deve porsi come obiettivo primario ed imprescindibile quello della difesa della destinazione s’uso dei suoli agricoli; a partire da questa trincea e per rendere forti le linee di difesa, puntando sullo sviluppo e il dinamismo dell’agricoltura». E’ necessario – secondo la Cia Toscana – garantire il presidio del territorio, vero argine alle spinte speculative; soprattutto promuovere un’agricoltura competitiva e multifunzionale. «Al Governo e al ministro Catania – ha aggiunto Pascucci – chiediamo di continuare a battersi della sua proposta (DDL “consumo del suolo”) entro la legislatura, o lasciare al prossimo Governo con un testo già avanzato e concordato con le forze politiche e le Regioni». Per quanto riguarda le politiche regionali, Pascucci ha ricordato l’esperienza positiva dei Progetti integrati di filiera (Pif) e la rete di imprese promossa dalla Cia regionale che coinvolge 33 imprese agricole e cooperative per 4,5 milioni di investimenti.
Imu agricola iniqua «L'Imu sicuramente ha aggravato la situazione fiscale degli agricoltori come di tutti gli altri – ha aggiunto il ministro Catania nel corso dell’incontro -. In alcuni casi l'Imu è effettivamente iniqua perché i valori catastali su cui si basa non fotografano correttamente i valori immobiliari. Questo riguarda sia le abitazioni che in una certa misura i terreni e c'e' una parte dei contribuenti, agricoltori e non, che e' gravata in modo sensibile. Il governo – ha aggiunto – ha presentato anche un disegno di legge di delega fiscale che finalmente contiene la riforma del catasto. Una cosa che si doveva fare da 50 anni. Noi speriamo che la delega venga approvata, in modo che il catasto venga riformato.
Senza reddito, terreni abbandonati «Rispetto alle prime proiezioni sui terreni agricoli, gli agricoltori italiani hanno pagato più del 150% rispetto alle previsioni fatte, ovvero 162 milioni di euro in più. Gli agricoltori vogliono pagare l'Imu agricola ma con equità». Lo ha detto il vicepresidente nazionale della Cia, la Confederazione italiana agricoltori, Cinzia Pagni. «Chiediamo – ha aggiunto – il rispetto del patto con le associazioni degli agricoltori. Abbiamo chiesto più volte la riapertura del tavolo di trattative su questi aspetti. Questo tavolo c'è stato ma non è andato bene e come agricoltori siamo molto disorientati. Se gli agricoltori non hanno reddito sono costretti a lasciare l’attività, e con l’abbandono si arriva al degrado del nostro territorio. Ci vuole un’inversione di tendenza» ha concluso.