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Giacomo Gori

Un sondaggio pubblicato a novembre ha dato false speranze al Movimento 5 Stelle di Grosseto: quei dati infatti (tra l’altro commissionati dal Pd) vedevano il candidato grillino Giacomo Gori in testa per le amministrative con il 32 per cento. Le urne però hanno infranto il sogno pentastellato, con Gori escluso dal ballottaggio che vedrà invece protagonisti Lorenzo Mascagni e Antonfrancesco Vivarelli Colonna, rispettivamente candidati del centrosinistra e del centrodestra. Gli stessi che ora, in vista dell’ultima sfida, guardano a quel bacino di voti raccolti dal Movimento, seimila in più dal 2011 e tremila rispetto alle regionali del 2012.

Gori (M5S): «Nessuna indicazione in vista del ballottaggio» «Il Movimento sta crescendo – ha detto lo stesso Gori il giorno dopo il risultato delle amministrative grossetane – Ma non diamo nessuna indicazione in vista del ballottaggio: se i candidati prendono impegni forti su certi temi, come raccolta dei rifiuti, acqua pubblica e autostrada, l’elettore M5s saprà automaticamente chi votare». Una doccia fredda per i due contendenti al ballottaggio, in particolar modo per Vivarelli Colonna (che ha in coalizione la Lega Nord) se prendiamo le dichiarazioni di ieri di Roberto Fico, membro del direttorio 5 Stelle, in risposta alle parole del leader del Carroccio: «Con Salvini, così come con Forza Italia, non stringeremo mai un’alleanza». Ma queste dichiarazioni non tranquillizzano Mascagni, consapevole che a Grosseto, dopo dieci anni di governo cittadino, non è proprio ben visto dall’elettorato grillino.

Elezioni-comunali-bigCandidati alla ricerca dei voti dei 5 stelle Eppure è questo l’obiettivo dei due candidati: quei 8.386 voti presi da Gori. Tant’è che entrambi ora gli tendono pubblicamente la mano. In questi giorni di caccia al sostegno per il ballottaggio, sia Mascagni che Vivarelli Colonna ripetono ai suoi di aver trovato diversa gente che gli ha assicurato il voto al ballottaggio dopo aver votato il M5s al primo turno. Verità o meno, restano le parole di Gori che dopo il terzo posto delle urne non ha risparmiato attacchi agli avversari, attribuendo il risultato deludente anche «all’apparato dei partiti e al proliferare di civiche nate senza idee ma solo per raccogliere voti». Certo, c’è anche il risultato degli altri cinque candidati al primo turno, ma sommati tutti insieme arrivato a 2.600 voti. E benché si tratti di forze chiaramente schierate (Forza Nuova e Toscana Stato da una parte, Insieme a Sinistra e Comunisti Italiani dall’altra) non è detto che l’appoggio al ballottaggio sia schierato. Marco Barzanti ad esempio, candidato per i Comunisti, dice infatti che «è meglio fare opposizione a un centrodestra vero (quello di Vivarelli Colonna) che non a uno confuso (il Pd». Il quinto in gara è Massimo Felicioni, esponente di una civica, che ha aperto a Mascagni, il quale però ha già annunciato che non farà «apparentamenti». La sfida insomma è aperta e si concentrerà su quel bacino grillino che non pare aver una particolare simpatia né per l’uno né per l’altro candidato.

dal Corriere Fiorentino del 9 giugno 2016