Province toscane a rischio insolvenza. Mentre opinione pubblica e istituzioni si dividono sul riordino degli enti locali e già si pensa a cosa succederà quando entrerà in vigore il decreto a gennaio 2014, in pochi conoscono il futuro prossimo che per gli enti toscani sembra nero e nebuloso.
Rischio default Nel 2013 alle attuali dieci Province della Toscana mancheranno oltre 25 milioni di euro solo per far fronte ai pagamenti delle spese essenziali ed inderogabili, quali il personale, i mutui, gli affitti e le utenze. Infatti, l’effetto incrociato dei tagli imposti dal Governo, oltre 121 milioni, e i vincoli del patto di stabilità, ulteriori 120 milioni, provocheranno un effetto disastroso sui conti delle amministrazioni provinciali del territorio. La minore disponibilità di risorse non vincolate per le Province toscane, da circa 492 a circa 251 milioni, imposta per legge, si scontra nella realtà con il volume di spese obbligatorie e incomprimibili che nel 2013 supererà i 276 milioni di euro. Di conseguenza, essendo i 25 milioni che mancano per pareggiare i conti riferiti esclusivamente alle spese minime di funzionamento, le Province potranno garantire servizi ai cittadini solo avvalendosi dei fondi trasferiti dalla Regione. Questa situazione rischia realmente di mandare in default finanziario la maggior parte degli enti provinciali della Toscana.
Situazione drammatica e ricorso al Tar I dati sono emersi nel corso della riunione organizzata oggi a Firenze da Upi Toscana. L’Unione delle Province ha chiamato a raccolta i Presidenti delle dieci Province toscane per un incontro con tutti i parlamentari eletti nella regione. «Di fronte al combinato disposto dei tagli operati dal Governo, assolutamente inaccettabili (1,2 miliardi su 9 a livello nazionale), e dei vincoli imposti dal Patto di stabilità, la prospettiva che si presenta alle Province per il 2013 è assolutamente drammatica ed aggravata, per la Toscana, dal fatto che questi tagli sono calcolati anche sulle spese vincolate – ha dichiarato il presidente di Upi Toscana Andrea Pieroni -. Abbiamo quindi deciso di ricorrere al TAR contro il decreto che ha applicato i tagli. Com’è evidente stiamo tentando con tutti i mezzi di salvare i servizi per cui i cittadini pagano le tasse ed ai cui hanno diritto. Si tratta di impresa difficile se non impossibile a cui però ci dedicheremo con forza nonostante la precaria situazione provocata dal decreto di riordino delle Province».
I parlamentari chiederanno la modifica tecnica Ai parlamentari toscani è stato richiesto il massimo impegno affinché il testo del decreto legge sul riordino delle Province venga modificato durante la fase di discussione per la conversione in legge. In particolare tutti i parlamentari si sono dichiarati d’accordo per richiedere al Governo una modifica tecnica inerente le modalità di ripartizione dei tagli nelle varie regioni. Una modifica che non cambierebbe i saldi finali ma correggerebbe uno squilibrio. Attualmente i territori italiani maggiormente penalizzati sono quelli della Toscana e del Piemonte, proprio a causa di un particolare meccanismo di calcolo che conteggia tra le spese delle Province anche i finanziamenti che le Regioni girano agli enti provinciali per garantire alcuni servizi come ad esempio il piano dei trasporti pubblici. In pratica si tratta di una semplice “partita di giro”. Qualora il governo tenesse conto del diverso riparto dei consumi dei livelli intermedi (entro i quali vi sono le risorse che la Regione attribuisce alle province per gestire le deleghe), la Toscana vedrebbe ridotto il taglio subito dagli attuali 20 miliardi a circa 10 miliardi.