«E' un altro colpo all'economia . Già l'Irap è di per sé una tassa odiosa e ingiusta: colpisce le aziende a maggior intensità di lavoro e non esenta gli interessi passivi, spesso dovuti alle difficoltà di incasso dei crediti sia dai privati che, scandalosamente, dallo Stato. L'Irap innesca infatti un circolo vizioso: perdita economica di bilancio, pagamento di imposte, degrado del rating, aumento dei tassi di interesse, aggravio della perdita e così di seguito, fino al rischio di cessazione dell'attività». Lo affermano in una nota congiunta le Associazioni Industriali di Arezzo, Siena e Grosseto in relazione all'aumento dell'Irap presente nella manovra della Regione Toscana.

Gli aumenti La manovra decisa nei giorni scorsi dalla Regione prevede nuove aliquote per addizionale Irpef ed Irap, un «contributo responsabile, chiesto ai cittadini che possono», per mantenere aperte le classi Pegaso alla materna e l’assistenza agli anziani non autosufficienti, i contributi agli affitti, l’aiuto per avere un prestito in banca o il sostegno ai giovani. Nel 2013 i toscani pagheranno l’1,43 per cento sui primi 28 mila euro: oggi era l’1,23, l’aliquota fissata dallo Stato sotto cui non si può scendere. Pagheranno da 28 mila euro in su l’1,73% , l’aliquota massima che una Regione può applicare, già decisa l’anno scorso per la fascia di reddito sopra 75 mila euro. Grazie alle detrazioni per i figli, i figli disabili e le famiglie numerose,  più alte per chi guadagna meno, l’aumento sarà però mitigato e in qualche caso annullato: detrazioni fino 50 euro a figlio, 100 euro in più dal quarto e 220 per figlio disabile. Chi non paga l’Irpef (i redditi sotto gli 8 mila euro) non pagherà naturalmente neppure l’addizionale regionale. La manovra vale 93 milioni di maggior gettito.

Tributo da eliminare «E' un meccanismo perverso – aggiungono le tre associazioni industriali – anche perché, a differenza di altri Paesi Ue, amplia artificiosamente la base imponibile a voci di bilancio che sono costi e questo al solo fine di un irresponsabile sostegno al gettito fiscale. Per equità e giustizia sostanziale quindi questo tributo dovrebbe essere semplicemente eliminato. Fra l'altro l'incremento dell'Irap previsto dalla Regione Toscana da 3,9% al 4,82% è enorme corrisponde a +23,6%, cioè incrementa di circa un quarto quella che può essere definita la minimum tax sulla crisi economica. L'aumento colpisce infatti altri settori importanti – sottolinea il documento congiunto – soprattutto in questo momento di difficoltà generalizzata, come il farmaceutico, il turistico-alberghiero e la ristorazione, se in forma di società di capitali, poi la grande distribuzione, i servizi alle imprese, quindi il settore auto già devastato dal Governo Centrale ed ora a livello Regionale colpito da un ulteriore aumento dell'imposta di bollo. Spending review significa riduzione di spesa pubblica a servizi invariati, quindi l'obiettivo deve essere quello di tagliare il costo della pubblica amministrazione riducendo l'eccesso di spesa a pari servizi sia in qualità che in quantità così da non penalizzare cittadini e imprese. Perché – continuano le tre associazioni industriali di Arezzo, Siena e Grosseto – la risposta ai mancati trasferimenti centrali non sta nell'incremento della pressione fiscale, già insostenibile, ma invece in una virtuosa revisione organizzativa e di costo come prevede lo spirito della legge».

I sacrifici delle aziende «Le aziende private, per stare sul mercato hanno dovuto dolorosamente comprimere i costi anche del 40% – continua la nota – ; lo Stato con la spending review chiede tagli dello 0,28% del PIL nel 2012, dello 0,66% nel 2013 e dello 0,69% nel 2014, Rispetto ai sacrifici già patiti dal privato ed in particolare dal mondo produttivo non può quindi considerarsi esosa e da compensare una riduzione di spesa dell'1,63% sul Pil in tre anni. La fiscalità che grava sulle imprese italiane infine, e maggiormente su quelle toscane, è una zavorra insopportabile sia in sé che nei confronti dei concorrenti ubicati in territori amministrati con maggiore attenzione nei confronti dei produttori di ricchezza e questo pesa come un macigno in termini di competitività di mercato. Su questo fronte chiediamo quindi un impegno più serio ed efficace, non è accettabile che la traduzione in dialetto toscano di spending review sia spremuta fiscale».