All’indomani della presentazione dei dati trimestrali di Banca Monte dei Paschi di Siena e dell’appello dell’amministratore delegato Fabrizio Viola per un’accelerazione sulle direttive previste dal piano di risanamento (leggi), tornano a farsi sentire le sigle sindacali scese in piazza la scorsa settimana alla vigilia di una riapertura delle trattative (leggi). Al centro del confronto con l’azienda, in due giornate di incontri, il rinnovo del contratto integrativo aziendale  ma le posizioni restano distanti tanto che le sigle sindacali tuonano: «le controproposte aziendali risultano completamente difformi rispetto ai contenuti della piattaforma sindacale, già illustrata alla controparte nei giorni scorsi. Pertanto, la trattativa che dovrà aprirsi sui temi del rinnovo del Contratto Integrativo, si preannuncia difficile e tutta in salita».
 
 
La proposta dei sindacati «Per quanto riguarda la Piattaforma Sindacale l’Azienda non ha accettato l’impostazione, prevista dall’art. 46 bis del CCNL, di sostituire il Premio Aziendale e il Sistema Incentivante con un unico Premio Variabile di Risultato concordato fra le parti – scrivono le sigle sindacali -. Ancora una volta, la Banca ha deciso di non utilizzare le opportunità del Contratto Nazionale, firmato solo pochi mesi fa.
La proposta aziendale prevede invece l’ipotesi di mantenere distinti il salario variabile ed il salario incentivante, svincolando quest’ultimo da qualsiasi elemento di garanzia rispetto all’effettiva erogazione (nessun minimo garantito, a fronte dell’attuale 60%), per la quale si prevedono meccanismi assolutamente discrezionali».
 
La proposta aziendale «Più in generale – secondo quanto riportato ancora dai sindacati -, l’Azienda propone di sostituire erogazioni salariali derivanti dall’applicazione di norme contrattuali nazionali ed aziendali (ad esempio le integrazioni economiche CIA, a proposito delle quali dovrebbero essere garantite unicamente quelle in corso di maturazione entro il 31 dicembre 2012), e quindi finora facenti parte della retribuzione fissa, con elementi salariali variabili o addirittura totalmente discrezionali come ad esempio quelli incentivanti».
 
Il nodo della mobilità territoriale «Per quanto riguarda la mobilità territoriale, l’Azienda ha ribadito la volontà di eliminare il criterio della ricerca del consenso e di sostituirlo con il trasferimento d’ufficio. La proposta prevede quindi l’applicazione delle norme del CCNL (artt. 82 e 105) con la possibilità, in caso di trasferimento oltre i limiti dagli stessi articoli previsti, di optare, in sostituzione del contributo alloggio, per indennità di pendolarismo uguali per tutte le categorie e legate a fasce chilometriche fra 30 e 100 chilometri. Oltre i 100 chilometri sarebbe prevista esclusivamente l’applicazione del CCNL. L’Azienda ha inoltre affermato di voler annullare le norme sui trasferimenti a domanda (art. 45 CIA BMPS), il cui accoglimento ricadrebbe nella totale discrezionalità aziendale. Per quanto riguarda le missioni, la proposta aziendale prevede l’applicazione del Contratto Nazionale, e quindi l’eliminazione delle integrazioni previste dal CIA (art. 46). Alla luce di quanto sopra riportato, appare evidente che le controproposte aziendali risultano completamente difformi rispetto ai contenuti della Piattaforma Sindacale, già illustrata alla controparte nei giorni scorsi».