In ateneo a lezione di Facebook, Twitter, LinkedIn e Myspace. La sede aretina dell'Università di Siena, insieme all'Università di Pisa e alla Scuola superiore Sant'Anna, ha ricevuto un finanziamento di 530mila euro dalla Regione Toscana per realizzare il progetto di ricerca ''Social network e nuovi apprendimenti'', che intende sperimentare le potenzialità educative e formative di strumenti come Facebook o Linkedln in ambito scolastico e in quello lavorativo. Nella sperimentazione verranno coinvolti sia studenti delle scuole superiori aretine, sia operatori sanitari della Asl 8.
L’incontroPer fare il punto sul progetto avviato da alcuni mesi, il nuovo Dipartimento universitario aretino di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale ha organizzato per domani un convegno, al campus del Pionta (dalle ore 9 in aula 3), che sarà anche l'occasione per un confronto sul tema degli apprendimenti informali con esperti italiani e stranieri, tra cui Marie Volpe della Columbia University di New York, Pier Cesare Rivoltella dell'Università Cattolica di Milano, Attila Bruni dell'Università di Trento, Fosca Giannotti del Cnr di Pisa.
I commenti «La ricerca – dice Loretta Fabbri, direttore del Dipartimento aretino dell'Ateneo senese – riguarda due temi centrali per lo sviluppo delle organizzazioni: l'apprendimento degli adulti e la facilitazione dei processi di costruzione della conoscenza, in linea con gli studi e gli interessi di un settore importante del nostro nuovo Dipartimento». Coordinatore scientifico del progetto è il professor Sergio Angori dell'Università di Siena. «L'uso di internet sta cambiando – spiega Angori – da un approccio individuale alla conoscenza stiamo passando all'uso sociale del sapere. Gli italiani che hanno un profilo su Facebook sono ormai oltre 27 milioni e sono in forte crescita anche coloro che hanno familiarità con Twitter, LinkedIn e MySpace, piattaforme digitali attraverso le quali le persone si presentano, si raccontano, stabiliscono relazioni, intervengono, condividono informazioni, stringono amicizie. Nati con finalità sociali, di relazione, di intrattenimento – prosegue il professor Angori – questi strumenti consentono di fare attività serie: stanno cambiando il modo in cui le persone costruiscono, interpretano e condividono la conoscenza e quindi anche del modo in cui apprendono, nella vita di ogni giorno come nei contesti di lavoro. I social media possono diventare quindi anche un canale di apprendimento e di formazione di interesse per scuola, università, mondo delle imprese e delle professioni e per altri ambiti sociali».
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