Eppure qualcosa si muove. Verrebbe da citare Galileo Galilei a proposito della politica a Siena in queste ultime settimane. Sembra che tutto sia ancora fermo agli equilibri di forza di un anno fa che portarono Franco Ceccuzzi a dominare le elezioni comunali del 2011, ma così non è. Qualcosa si muove, soprattutto dentro il Partito Democratico dove da mesi ormai è in atto uno scontro duro tra Ceccuzzi e Monaci, oltre ad altre aree critiche venute allo scoperto recentemente che vanno dall’ex sindaco Maurizio Cenni all’ex Margherita Pierpaolo Fiorenzani, a componenti sindacali. Certi malumori cominciano a serpeggiare, anche per via di un clima in città che si fa via via più pesante. Lo striscione lasciato davanti a Palazzo Pubblico domenica scorsa dai vecchi ultras del Siena è stato percepito da tutti come un punto di non ritorno.

Stasera la Direzione dell'unione comunale L’ala che fa riferimento a Franco Ceccuzzi apparentemente è ancora tutta compatta nel sostenere una seconda candidatura a Palazzo Pubblico dell’ex sindaco. Stasera è convocata una direzione dell’Unione comunale che dovrebbe stabilire il “percorso del Pd sulla base degli indirizzi approvati dall’assemblea cittadina”. In poche parole il tentativo di accelerare la ricandidatura (leggi). Forzare la mano al partito, insomma, sperando nei numeri favorevoli dell’assise e nella distrazione degli altri. Però qualcosa comincia a scricchiolare.

Ieri sera il sindaco rottamatutti Ieri sera, su La7, a «L’infedele» di Gard Lerner il sindaco-rottamatore, Matteo Renzi, rinnegava il suo appello pro Ceccuzzi dell’estate scorsa alla festa Democratica in Fortezza (leggi) e rottamava la «classe politica di Siena» degli ultimi 15 anni quale vera responsabile della distruzione del Monte dei Paschi («quello che i senesi avevano fatto in sei secoli»). Una bella doccia fredda per i componenti dell’Esecutivo del Pd cittadino che proprio ieri sera era riuniti in conclave per organizzare la Direzione comunale di stasera.

Enrico Rossi a Siena per Bersani Non così tranchant appaiono, invece, i commenti dell’ala bersaniana, ma da mesi nessun dirigente nazionale che fa capo a quella componente viene in visita in città (nemmeno Rosi Bindi), e anche per la campagna delle primarie pare che a Siena verrà solo Enrico Rossi. E in pochi pensano che tornerà a incoronare Ceccuzzi quale migliore candidato per la città, come fece in agosto. Mentre non mancherà chi vorrà ricordare al presidente della Regione un’altra sua dichiarazione agostana in favore di Siena capoluogo. Com’è andata poi si sa.

Monaci in platea alla Pubblica A Siena Rossi è invitato dal comitato "Per Bersani premier" giovedì 8 novembre (ore 21, sala Pubblica Assistenza), e sarà introdotto da Luca Rinaldi. In platea, c’è da giurarci ci sarà Alberto Monaci, fresco della riconferma a presidente del Consiglio Regionale. Chissà che tra i due non ci siano nuove scintille visto il documento firmato dal giovane Rinaldi insieme al rappresentante dei comitati “per Renzi premier”, Simone Vigni, proprio contro la figura di Monaci (leggi).

Ceccobao a ricomporre le divisioni Ma in platea, c’è da giurarci, ci sarà anche l’assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao, che ha fatto pubblica adesione al comitato per Bersani. Intorno alla sua figura, infatti, si starebbero concentrando le attenzioni di molti dirigenti del partito a Siena, a Firenze e a Roma per riportare ad unità questa crisi senese deflagrata in mille rivoli e veleni. L’ex sindaco di Chiusi, con la benedizione proprio di Rossi e Monaci, potrebbe così mettere tutto il partito d’accordo, far rientrare i fuoriusciti e avviare un nuovo clima di distensione. È quello che molti si augurano.

L'appoggio di Starnini Tra questi Sandro Starnini, che, c’è da giurarci, sarà anch’egli in prima fila e forse già coinvolto in questo progetto per il nuovo Partito Democratico a Siena. Del resto, molti osservatori hanno notato il voto favorevole alla riconferma di Monaci alla presidenza del Consiglio regionale del consigliere regionale Marco Spinelli, da sempre sodale di Starnini (mentre l’altra consigliera senese Rosanna Pugnalini ha votato contro).

Ceccuzzi vuole fare presto Per questi (e forse altri) motivi il gruppo ceccuzziano ha necessità di far presto. Per evitare l’isolamento politico in cui vive il gruppo dirigente del Pd cittadino l’unica strategia per la ricandidatura dell’ex sindaco sarebbe dunque la rapidità e l’utilizzo di ogni strumento dell’organizzazione del partito.

Infatti, dopo un turno di assemblee dei Circoli cittadini, dove sono emersi alcuni distinguo e molti dubbi e critiche sulla gestione del partito, pare che si voglia precorrere i tempi e forzare la mano nel timore che i dubbi sulla ricandidatura – che stanno sempre più emergendo all’esterno e anche all’interno– possano diventare una voce forte e predominante. È forse questa la mossa estrema dopo che le altre iniziative sono risultate inefficaci come la richiesta di elezioni anticipate a novembre (nonostante il segretario dell’Unione cittadina del Pd, Giulio Carli, si sia precipitato a Roma a consegnare le firme ad un sottosegretario) (leggi), come l’anatema lanciato proprio contro Alberto Monaci che avrebbe dovuto essere espulso dal Pd e perdere la poltrona di presidente del Consiglio Regionale. E che invece è ancora là. Al suo posto. E si è schierato proprio con Bersani, come Rossi e come Ceccobao.