Non si placa la bufera intorno al Monte dei Paschi di Siena e s’intensificano le nuvole a coprire eventuali schiarite all’orizzonte dopo l’assemblea dei soci azionisti che, solo qualche giorno fa, ha dato il via libera all’aumento di capitale e alle modifiche statutarie. Piove sul bagnato degli articoli sulla stampa nazionale, tuonano le agenzie di rating, soffiano forti i venti del malumore sindacale in una nebbia, ancora fitta, dell’indagine sull’acquisizione Antonveneta. Non sono fulmini a ciel sereno nel clima già caldo dell’autunno senese dove forze politiche, istituzioni, cittadini, lavoratori e sempre più disoccupati guardano le nuvole ricordando quanto sia stato bello il sole o quando, Siena, la sua banca e la sua politica toccavano il cielo con un dito.
 
La scure di Moody's si abbatte su Rocca Salimbeni L'agenzia internazionale taglia il rating della banca di due gradini facendolo scivolare a “Ba2” da “Baa3”, un taglio con il quale la valutazione scende a livello spazzatura. Questa la motivazione addotta a Moody’s: «come gli stress test dell'European Banking Authority (EBA) e della Banca d'Italia hanno mostrato, Mps non è stata in grado di aumentare la propria base di capitale ai livelli richiesti». L’agenzia ha inoltre sottolineato che la qualità degli asset di Mps è debole e continuerà a peggiorare date le deboli prospettive di crescita dell'Italia per la parte restante del 2012 e per il 2013 (pil in calo fra il 2,5 e l’1,5 per cento per il 2012 e tra il -1 e lo 0 per cento pe il 2013). Ed anche se si pensa ad un piano di risanamento industriale per l’istituto di credito e ad una nuova iniezione di liquidità, crescono le preoccupazioni per chi detiene obbligazioni e azioni, perché le azioni continuano a perdere di valore e le  obbligazioni potrebbero non essere rimborsate in caso di fallimento della banca come accaduto nel caso di Parlamat.

Viola contro Moody’s L'ad di Mps Fabrizio Viola critica la tempistica del taglio del rating del gruppo senese da parte di Moody's «a 3 mesi dal varo del piano industriale triennale che, secondo le prime indicazioni va nella direzione auspicata». L'agenzia, ricorda Viola, contesta «la mancata capacità di redditivita per poter generare capitale, ma è per questo che abbiamo presentato il nuovo piano e così non si spiega perchè tagliare il rating ora», a 3 mesi di distanza dal suo varo. L'ad ha così ricordato alcuni elementi positivi sul fronte della raccolta e della qualità del credito: «Mps pur in un mercato del credito rarefatto è riuscita sempre a emettere obbligazioni, siamo stati una delle tre banche che sono riuscite e a vendere obbligazioni senior nel terzo trimestre – ha spiegato -, mentre anche la raccolta diretta è in miglioramento». Dati che consentono di ridurre la dipendenza dalla liquidità Bce, uno degli altri punti contestati da Moody's. Quindi ha rilevato come, sebbene lo stock sia superiore alla media, ci siano segnali incoraggianti dal «flusso delle sofferenze». Infine sul supporto del governo (1,4 miliardi più gli 1,9 del rinnovo dei Tremonti Bond) Viola ha detto: «faremo in modo che non si attivi, ma il meccanismo delle obbligazioni prevede che se non generiamo utili il gruppo paga lo Stato con azioni».
 
Scende lo Spread sale il capitale Lo stesso ad di Rocca Salimbeni interviene sul «significativo miglioramento dello spread che sta già portando benefici sul capitale del gruppo Mps» ricordando poi come sia stata proprio la quantità di titoli di stato in portafoglio a causare la mancanza di capitale «evidenziata nell'esercizio dell'Eba». Viola ha inoltre sottolineato come nel piano industriale sia stato ipotizzato uno spread molto più elevato e questo renderebbe più facile il raggiungimento degli obiettivi sul patrimonio.
 
Nuovi soci, indiscrezioni e smentita su Ubs Sul tema della ricapitalizzazione secondo La Stampa sarebbe già partita la caccia ai nuovi potenziali investitori destinati a prendere il posto della Fondazione Mps dopo la delega al Cda incassata dall’ultima assemblea dei soci. Se nell’immediato il presidente Alessandro Profumo specificò che l’aumento di capitale era «necessario ma non previsto a breve termine», secondo l’articolo del quotidiano torinese il managemente Mps avrebbe avviato i contatti con la svizzera Ubs anche sulla base dei buoni rapporti che intercorrono tra il numero uno di Rocca Salimbeni e il presidente della società finanziaria elvetica Sergio Ermotti, già al fianco di Profumo nell’esperienza Unicredit. Pronta la smentita da parte di Rocca Salimbeni che in una nota stampa scrive: Banca Monte dei Paschi di Siena smentisce le indiscrezioni pubblicate questa mattina dal quotidiano La Stampa, nell’articolo dal titolo “Profumo chiama Ermotti (Ubs), Montepaschi accelera sull’aumento”. BMps non ha sondato la disponibilità di UBS o di altri soggetti relativamente all’ipotesi di aumento di capitale da 1 miliardo sul quale l’assemblea straordinaria degli azionisti ha deliberato, il 9 ottobre 2012, di attribuire delega al Consiglio di Amministrazione».
 
Tuona la voce dei sindacati Sul fronte delle trattative sindacali prima chiuse e poi forse riaperte da segnali di distensione offerti dall’ad Viola in occasione dell’assemblea dei soci, I rappresentanti dei lavoratori tornano a far sentire la propria voce addirittura con due comunicati stampa in un giorno, cosa mai successa dall’inizio della vertenza.
 
Dirigenti a casa Nel primo caso i sindacati lamentano «La ricetta Profumo: due pesi e due misure» sottolineando di aver appreso che «l’Azienda ha iniziato ad inviare lettere di licenziamento ad alcuni Dirigenti. La diminuzione del numero dei Dirigenti è una delle misure previste nel Piano Industriale nell'ambito del taglio dei costi, ed era quindi prevedibile la sua attuazione. Quello che non era affatto prevedibile, perché del tutto difforme da quanto ci era stato comunicato dalla Dott.ssa Dalla Riva durante il periodo della trattativa, è la modalità con cui l’Azienda sta procedendo. Volontarietà, pensione maturata o al massimo da maturare nel giro di pochi mesi, situazione di mancanza di ruolo e skill inappropriato: questi i criteri, tra loro correlati, che la Responsabile delle Risorse Umane aveva dichiarato di voler utilizzare per la riduzione dei Dirigenti. Nei fatti, invece, la direzione che questa Azienda ha intrapreso è un’altra: licenziamenti “ad personam” di colleghi, con i livelli retributivi più bassi della categoria Dirigenti, ai quali mancano anche più di sei anni al raggiungimento del diritto all'erogazione della pensione; una sorta di selezione mirata, priva di principi oggettivi e di linee coerenti con un reale progetto industriale. Si tratta di un comportamento inaccettabile; si salvano figure dal costo elevatissimo che non hanno dimostrato nel tempo alcuna capacità professionale e si colpiscono altri la cui unica “colpa” è quella di essere più vulnerabili dal punto di vista anagrafico.L'impressione è che si stia attuando una vera e propria epurazione – basata su una fantomatica lista di Dirigenti interessati all'operazione e che  sarebbe bene rendere pubblica per evitare che della stessa si faccia un uso intimidatorio – al costo di sacrificare professionalità reali magari con lo scopo di inserire in quei ruoli di Dirigenza nuove persone assunte dall'esterno e alle quali destinare retribuzioni molto più alte, così come è già accaduto nel caso della Responsabile delle Risorse Umane, del Responsabile del Coo, del Responsabile del Cfo, del Responsabile dell’Area Finanza, Tesoreria e Capital Management».
 
Faccia a faccia con Prefetto e Commissario, nessuna risposta da presidenti di Provincia e Regione Nella seconda nota stampa le sigle sindacali rendono noto di aver incontrato nella giornata di ieri il Prefetto di Siena Renato Saccone ed il Commissario Prefettizio del Comune di Siena Enrico Laudanna. «Ad entrambi abbiamo rappresentato il livello di preoccupazione e di tensione esistente in città – scrivono – e più in generale fra i lavoratori  della Banca a seguito delle misure previste dal Nuovo Piano Industriale del Gruppo Mps, con particolare riferimento ai licenziamenti, al progetto di esternalizzazioni, alla cessione di Aziende del Gruppo, alla disdetta del Contratto Integrativo e all'utilizzo di una mobilità territoriale senza regole e confini. Al Prefetto e al Commissario Prefettizio abbiamo inoltre rappresentato il drastico deterioramento del clima aziendale, del quale il continuo tentativo di delegittimazione del Sindacato da parte del Presidente e della Responsabile delle Risorse Umane è solo un aspetto. E' stata nostra cura anche sottolineare come il filo conduttore del rapporto dell’Azienda con i Dipendenti sia rappresentato da un mix micidiale di intimidazioni ed assenza totale di motivazioni e come questo abbia provocato grandi difficoltà nell'operatività della Banca e nel conseguimento di risultati. Il Prefetto e il Commissario hanno ascoltato con interesse la nostra esposizione ed hanno manifestato l'intenzione, nei limiti ovviamente delle loro competenze, di promuovere il rilancio del dialogo fra le parti. Vi informiamo altresì che la richiesta di incontro sottoposta al Presidente della Provincia di Siena e al Presidente della Regione Toscana ad oggi non ha trovato alcun riscontro».
 
Sale la temperatura Mentre il titolo Mps si raffredda a Piazza Affari (-5%) la temperatura si scalda a Siena che non tocca più il cielo con un dito ma scruta tra le nubi minacciose cercando di intravedere all’orizzonte perlomeno l’addio alla bufera.