bandiere-pdCon un autentico blitz, anche se annunciato, venerdì scorso aveva fatto il suo ingresso al circolo ‘La rinascita’ pronunciando poche parole precise: «Io e Nardella siamo stati eletti al primo turno, quindi Zambini devi farlo anche tu. E a settembre prossimo inaugureremo insieme la Scuola dei Marescialli che non è bella ma serve a questa cittadina». Matteo Renzi, premier ma soprattutto in questo caso segretario del Pd, aveva voluto metterci la faccia per il candidato sindaco che doveva rappresentare il rilancio del suo partito in un luogo chiave non solo per la sinistra ma per tutta l’area della città metropolitana di Firenze, Sesto Fiorentino. E invece, nell’unico comune della provincia di Firenze chiamato alle urne dopo il commissariamento all’ex sindaco Sara Biagiotti, si va al ballottaggio.

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Lorenzo Zambini con Matteo Renzi

Veleni ‘dem’ a Sesto Nell’ultimo mese di campagna elettorale, Renzi aveva fatto schierare al fianco di Lorenzo Zambini, sulla carta un non renziano, ma comunque una diretta espressione della sua politica di partito, la sua vice segretaria, Deborah Serracchiani, due ministri, Poletti e Orlando, e poi anche Gianni Cuperlo. In quel luogo dove lo scorso fine luglio era caduta una persona che aveva organizzato la sua campagna elettorale da segretario del Pd, Sara Biagiotti, si cercava un rilancio a tutto tondo, un’affermazione netta. Troppi però i veleni che ancora scorrono a Sesto Fiorentino per lasciare acque tranquille per il Pd. Troppi i temi in gioco, dalla nuova pista dell’aeroporto al neo inceneritore, che fece scattare la contestazione due settimane fa nei confronti del governatore Enrico Rossi, anche lui andato ad un evento pro candidatura di Zambini. E, alla fine non ha pagato nemmeno l’apparizione dello stesso Renzi.

Lorenzo Falchi
Lorenzo Falchi

Sesto Fiorentino al ballottaggio I risultati, a scrutinio del primo turno terminato, vedono il candidato del Pd aver raccolto 7.698 voti, ovvero il 32,56% delle preferenze. Il suo principale avversario è Lorenzo Falchi, candidato di Sinistra Italiana, ne ha presi pochi di meno, 6.480, con il 27,40%. A fare da ago della bilancia il prossimo 19 giugno sarà così il terzo per numero di preferenze, Maurizio Quercioli, il 19,19%. Nessun commento al momento dalla sede del Pd toscano, che però mastica amaro. Raggiante invece Falchi che in campagna elettorale aveva sempre detto come Sesto Fiorentino «non avrebbe più accettato decisioni dall’alto, e senza consultare prima i suoi cittadini. Chi pensa a vittorie facili, verrà sorpreso dal voto». Il Pd forse lo ha sottovalutato e adesso è proprio lui che parte favorito per succedere a Sara Biagiotti e a poco meno di un anno di commissario prefettizio.