«Ci sono problemi di ordine pratico e giuridico». Non bastava il caos originato dal riordino delle Province, ora anche su quelli che sembravano punti fermi (le Città metropolitane) iniziano a sorgere dubbi e criticità. Problemi «per affrontare i quali abbiamo avviato oggi un confronto con i sindaci con l'obiettivo di attuare la riforma nei tempi prefissati, per giungere a una migliore allocazione delle funzioni e dei servizi erogati ai cittadini» ha dichiarato il ministro della Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi al termine dell'incontro con i rappresentati delle future città metropolitane. Tra i sindaci, erano presenti al tavolo solo quelli di Venezia Giorgio Orsoni, e di Reggio Calabria Demetrio Arena, mentre assessori e tecnici rappresentavano le altre città: Torino, Genova, Milano, Firenze, Roma, Napoli e Bari.

Decreto a  fine ottobre «Entro fine ottobre è previsto dalla legge che il governo predisponga, presumibilmente con un decreto, le norme che disegneranno la nuova geografia delle province e delle città metropolitane» ha aggiunto al termine dell’incontro Orsoni.

Le città metropolitane Si tratta di un primo passo verso un nuovo assetto del Paese, previsto dalla spending review, al fine di ridurre le spese delle amministrazioni pubbliche e dei governi locali, in vista anche di uno snellimento dei livelli istituzionali che fin troppo spesso esercitano competenze sovrapponibili. Materia delicata questa che dovrà prevedere una revisione del Titolo V della Costituzione. Le Province che corrispondono alle grandi città metropolitane quindi sono quelle che per prime salteranno. L'istituzione delle città metropolitane e' prevista a partire dal 1 gennaio 2014. Inizialmente si formerà una Conferenza metropolitana, un organo provvisorio composto da tutti i sindaci del territorio della Provincia destinata a trasformarsi in Città metropolitana e dal presidente della Provincia che avrà il compito di elaborare lo statuto provvisorio della città metropolitana. La Conferenza metropolitana cesserà di esistere alla data di approvazione di questo statuto provvisorio o in mancanza il 1 novembre 2013.

La composizione Le Città metropolitane avranno un consiglio, un sindaco ma non una giunta. Il Consiglio metropolitano sarà composto da 16 o 12 o 10 consiglieri, in base alla popolazione. Mentre per il cosiddetto "sindaco metropolitano" si prevede che sia di diritto il sindaco del comune capoluogo, che sia eletto con le modalità stabilite per l'elezione del presidente della Provincia, o che sia eletto a suffragio universale e diretto. Nel silenzio dello Statuto e' di diritto "sindaco" metropolitano il sindaco del comune capoluogo. E' previsto un vicesindaco se nominato dal sindaco metropolitano.Quanto alle funzioni in capo alle Città metropolitane la normativa prevede che siano quelle fondamentali delle Province, la pianificazione territoriale generale e delle reti infrastrutturali, la strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, nonché organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano. E ancora mobilità e viabilità, promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale. Ma oltre a queste competenze Stato e Regioni possono attribuire ulteriori funzioni alle città metropolitane, in attuazione dei principi di cui al primo comma dell''art.118 della Costituzione. Le Città metropolitane inoltre concorreranno al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e infatti ai fini del patto di stabilità interno saranno considerate alla stregua delle Province che rispettivamente sostituiranno.
 

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