Produrre di più per soddisfare le maggiori esigenze nutrizionali, mantenendo qualità e sicurezza alimentare è possibile. Fermo restando il riconoscimento di ruolo centrale dei dottori agronomi nell’intera filiera agroalimentare. Lo ha sottolineato Cosimo Coretti, consigliere CONAF durante il suo intervento al congresso mondiale di Quebec City (Canada) nel workshop su qualità e sicurezza alimentare (leggi).

La catena della produzione agricola «La sicurezza alimentare è il risultato positivo che scaturisce dalle attività svolte da tutti gli attori coinvolti nella complessa catena della produzione agricola, della lavorazione, del trasporto, della preparazione, della conservazione e del consumo – ha spiegato Coretti -. Dal campo alla tavola significa, appunto, che la sicurezza  alimentare diviene una responsabilità condivisa tra tutti i soggetti coinvolti nell’intera filiera produttiva».

Pacchetto igiene Il  quadro normativo (cogente e volontario) nel  settore alimentare si  è  rafforzato ed arricchito nell’ultimo decennio (in Europa con il cosiddetto “Pacchetto Igiene”), con controlli lungo  tutta  la  filiera produttiva e distributiva degli alimenti, allo scopo di  garantirne  la  salubrità  e  le caratteristiche  organolettiche  e nutrizionali,  a  tutela  del consumatore e del mercato. L’applicazione dell’attuale normativa è un primo importante passo nel garantire un altissimo livello di sicurezza da un capo all’altro della catena alimentare. «I consumatori – aggiunge Coretti -, oltre che alla sicurezza alimentare, sono sempre più  attenti  al  contributo  dato dall’agricoltura  alla sostenibilità, ai cambiamenti climatici,  allo  sviluppo,  alla biodiversità,  al  benessere degli animali e alla carenza idrica. Questo clima innovativo che si è venuto a consolidare nell’ultimo decennio ha posto il settore agricolo in una condizione di estrema incertezza causata dalla mancanza di politiche parallele indirizzate alla riorganizzazione aziendale in linea con le esigenze e le richieste del mercato. Il settore agricolo, oggi,  – ha proseguito il consigliere CONAF – ha bisogno di consulenza tecnica ad elevata professionalità, cioè competenza specifica, deontologia professionale, integrità morale e amore per la terra. La nostra professione, per la propria interdisciplinarietà formativa, ha un ruolo da svolgere anche nel senso del miglioramento della qualità della vita, indirizzando le scelte verso una maggiore qualificazione del mondo rurale, privilegiando l’utilizzo di tecnologie moderne, razionali, “pulite”, per garantire la produzione di cibi sani e di buona qualità. Porre la nostra professione al centro di questo nuovo sistema innovativo, significa porre le aziende agricole e il consumatore in una condizione di reciproca garanzia, uscire definitivamente da una condotta generalizzata, entrare in una logica d’intervento specifica e razionale in linea con le esigenze e le richieste del mercato. Noi dottori agronomi e dottori forestali siamo pronti ed in grado di fornirle, anzi ne abbiamo il dovere morale, assumendoci ogni responsabilità».