Il 19 settembre come D Day della trattativa tra azienda e sindacati di Banca Monte dei Paschi di Siena. Accordo sì o accordo no. Seduta che potrebbe durare mezzora o prolungarsi a lungo. Anche perché la fatidica data di scadenza dei cinquanta giorni per un accordo è sempre più vicina (24-26 settembre) mentre il punto di congiunzione tra le parti sembra ancora molto lontano. «No ad accordi parziali e sì ad una trattativa complessiva che interessi il Contratto Integrativo Aziendale, le esternalizzazioni, la riorganizzazione della Capogruppo e della rete filiali». Questa la posizione dei sindacati e da qui il secco no con il quale si presenteranno domani al tavolo con Ilaria Dalla Riva, responsabile Risorse Umane Mps, alla proposta di mobilità territoriale.
 
La proposta bocciata «Si basa sul superamento delle norme dell’attuale CIA – si legge nella nota diffusa dalle sigle sindacali -, andando anche in deroga alle norme sui trasferimenti del CCNL. In pratica ciò consisterebbe nell’individuare delle “fasce di chilometraggio” correlate ad un trattamento economico sostitutivo della fornitura alloggio. L’Azienda dopo aver effettuato specifici colloqui si riserverebbe comunque la facoltà di effettuare trasferimenti “d’ufficio” anche in caso di mancato consenso dei colleghi».
 
La palla passa all’azienda «La trattativa, che è entrata in una fase molto delicata – prosegue ancora la nota -, proseguirà mercoledì sulla base delle risposte che l’azienda si è impegnata a fornirci e potrebbe andare avanti a ritmi serrati qualora la nostra impostazione sia condivisa dalla controparte».
 
Utopia risolvere tutto in un giorno E pensare che solo quattro giorni fa l’amministratore delegato di Mps Fabrizio Viola in visita alla sede di Antonveneta a Padova aveva detto: «La trattativa con i sindacati sta procedendo bene. Siamo nella prima fase dialettica e va considerato che la banca è la prima volta che affronta una trattativa così impegnativa. Le prossime settimane saranno importanti per tirare le somme del lavoro svolto – ha aggiunto – ma in questo momento non do valutazioni sull'esito visto che non sarebbe rispettoso di tutti coloro che lavorano alle trattative sia da parte dell'azienda sia dei sindacati. Posso sottolineare che si lavora con spirito costruttivo. Immagino che ci saranno numerose giornate di riunioni. Del resto sarebbe un'utopia risolvere tutto in un giorno».

Il nodo dei costi Il recupero di quei 166milioni di euro previsti nel Piano Industriale 2012-2015, è lì il bandolo della matassa. I sindacati chiedono a gran voce di intervenire sui benefit per il top mangement e l’azienda risponde che I tagli sono già previsti nel Piano.
 
Muro contro muro Difficile pensare che oltre un mese di trattative abbia per adesso solo portato ad un muro contro muro che non giova a nessuno. L’azienda da una parte ha necessità di dare piena attuazione al Piano quanto prima. I sindacati dall’altra parte si vedono scadere il tempo utile per trovare un accordo. Tra due muri ci stanno i dipendenti, specie quelli del Consorzio Operativo Mps, che restano in attesa di sapere il loro futuro da esternalizzati o meno. Intanto le voci si rincorrono e Bassilichi  sembra sempre più alla porta, in accordo magari con i vertici di Mps e, perchè no, con qualche multinazionali che in ambito informatico non è nuova a collaborazioni, peraltro molto ben retribuite, con Rocca Salimbeni.
 
Dopo il 26 settembre Se non si trovasse un accordo tra le parti entro il 26 settembre la trattativa lascerebbe le mura domestiche per spostarsi a Roma. Si troverebbero di fronte a quel punto le segreterie nazionali sindacali e l’Abi. Tempo disponibile tra i 10 e 15 giorni per trovare un accordo che sarebbe ancora più complesso.