«Vesuvio pensaci tu», «Giulietta è ‘na zoccola». Sfottò, diventati cult, che impazzavano nella storica rivalità tra Hellas Verona e Napoli. Al Bentegodi, così come al San Paolo, erano questi gli striscioni che portavano con sé le tifoserie per confrontarsi con i rivali della curva opposta a suon di rime e aforismi. Oggi tutto questo non sarebbe più possibile. Arriva infatti un albo on-line dove è necessario registrare gli striscioni che saranno portati all’interno dei palcoscenici calcistici italiani. In sostanza, tutti i gruppi del tifo organizzato dovranno far passare al vaglio dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive tutti gli striscioni: i testi e le immagini approvate potranno addirittura essere portati in trasferta ma in anche in quel caso i tifosi si dovranno attenere alle direttive dell’Osservatorio che comunicherà online l’esatta posizione in cui andrà lo striscione dovrò essere collocato all’interno dello stadio.
L’opinione Il piccolo tifoso interista Filippo, tornato alla ribalta grazie alla rubrica curata da Cristiano Militello a “Striscia la Notizia”, potrebbe oggi portare all’interno dello stadio il cartello in cui invita i nerazzurri a vincere per evitare le prese in giro dei compagni di scuola? Forse si, ma è innegabile che questa nuova direttiva dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive ci sembra un’ulteriore forma di censura alla creatività dei tifosi e sicuramente un impedimento in più per riavvicinare le persone agli stadi e alla passione per il calcio giocato. E “Striscia lo Striscione”? La rubrica del pisano Cristiano Militello a Striscia di cosa potrà parlare oggi? Ma soprattutto cosa comporterà la nascita dell’Albo nazionale degli striscioni per i tifosi?
«Mesi fa, per 48 ore, ci fu una "bolla mediatica": tutti i giornali (li ho ancora) e tutti i tg spararono che avrebbero abolito la TDT, ricordate? – racconta in esclusiva ad agenziaimpress proprio Cristiano Militello – Io tra me e me dissi: "mmhhh strano, aspettiamo"… E infatti dovette intervenire il capo della polizia Manganelli in persona due giorni dopo per dire che erano state scritte delle stupidaggini, e che invece non cambiava un bel nulla se non il nome… Ecco è risuccesso: mi ha chiamato una giornalista di Panorama con la quale stavamo imbastendo un reportage su questa storia dell'Albo; lei è riuscita a parlare finalmente col Dottor Massucci dell'Osservatorio il quale sostiene che "è tutto il contrario di cio' che è stato scritto" e cioè che il registro funzionerà (come speravo e credevo) "solo per striscioni dei gruppi e dei club e non per quelli estemporanei, per i quali continueranno a valere le regole del 2007"… Beh, in ogni caso credo che l'Osservatorio dovrebbe curare la comunicazione un po' meglio o quantomeno cambiare ufficio stampa. Ogni volta che parlano delle loro proposte c'è qualcuno (quasi tutti) che le fraintende. Forse perchè la maggior parte dei media si beve le veline – e non quelle di Striscia – senza fiatare. Altro esempio? Nei dispacci sul calo degli incidenti hanno anche sbagliato la data della morte dell’Ispettore Raciti, dicendo che risale alla stagione 2005/06, mentre risale al febbraio 2007, e nessun media se n’è accorto.
Cosa comporterà quindi per i tifosi?
«La determinazione dell'Osservatorio così come riportata è un po' fumosa, in perfetto stile-Osservatorio; attendo di capire meglio e valutarne soprattutto l’impatto e l’operatività perchè se, come credo e spero, l'Albo serve al Club "Manduria presente" o "Quelli del baffo" a non doversi far autorizzare in casa e fuori, ogni volta, con fax o quant'altro – cosa già di per sè opinabile, e sto volutamente largo – la presenza del proprio striscione allo stadio, esso può avere anche un'utilità. Altrimenti se serve a (tentare di) dover registrare preventivamente il 98% degli striscioni che compaiono di solito allo stadio, e cioè gli sfottò riferiti a fatti, personaggi, andamenti, eventi del campionato in corso, quando non addirittura a partite della sera prima, beh mi pare una solenne idiozia oltre che un autogol. E mi stupisce che i giornalisti si siano sorpresi del fatto che sul sito dell'Osservatorio gli striscioni già registrati sull'Albo non brillino per fantasia. E che pretendono all'Osservatorio? Che un laziale scriva già uno sfottò su un derby, magari vinto con un autogol di Totti, quando la partita si disputerà l'11 novembre prossimo? O che il famoso bambino interista Filippo, scriva "Per favore vincete una partita perchè a scuola sennò mi prendono in giro" e se lo faccia autorizzare adesso? Ma certo, magari ne potrebbe già scrivere tre, uno se l'Inter va bene, uno se va male, e uno se andrà così così, farseli autorizzare tutti adesso e poi tirarli fuori alla bisogna. O che un supporter granata preveda una papera di Buffon del prossimo marzo e, per precauzione, si faccia dare fin d'ora il benestare dal kafkiano Osservatorio? Ci si dovrà quindi sforzare umoristicamente le meningi d'estate per fare la corsa a farsi autorizzare le battute a fine agosto!»
Negli ultimi anni gli striscioni hanno rappresentato “l’apoteosi” della fantasia e della creatività. Il sano sfottò ha anche animato le simpatie e il successo della sua rubrica su Striscia la Notizia. Come mai si è arrivati a questa che è una vera e propria forma di censura?
«Perché in Italia regolamentiamo troppo e a vanvera.Ho letto che tale misura "aumenterà la percezione di sicurezza degli spettatori negli impianti". o contribuirà piuttosto ad allontanarne altri? E ci vogliono quelli dei GOS (i GOS!) per disinnescare col proprio Albo, che so, un "Tu Chievo, io chiavo" che magari non fa ridere ma che, nel caso, resta sempre una frase su un pezzo di stoffa? no perchè se uno striscione non oxfordiano aumenta la percezione di insicurezza, credo che di qui a poco daranno le diffide anche per le riunioni di condominio. Ma i componenti dell'Osservatorio sono mai entrati in uno stadio? Intendo senza biglietti omaggio. E quando parlano di misure "condivise coi tifosi" mi chiedo: ma condivise da chi? che sul loro sito non c'è una mail, non c'è un telefono, nulla. Hanno fatto un referendum? un sondaggio? sono dei medium?»
Viaggiando in tutte le piazze calcistiche d’Italia, ha notato differenze su modalità di controlli e magari disparità di trattamento da parte delle forze dell’ordine tra piccole e grandi tifoserie? Faccio un esempio: nonostante siano vietati, petardi e fumogeni entrano ancora negli stadi di Napoli, Roma Genova e Milano, mentre in piazze con meno tifosi no. Come mai?
«Premesso che negli ultimi anni io avrei potuto fare comodamente un'altra rubrica, tutta basata su abusi, soprusi, applicazioni assurde e distorte di divieti e restrizioni perpetrate ai danni, si badi bene, non solo degli ultras, ma spesso e volentieri proprio di quelle famiglie che tanto si vorrebbero riportare allo stadio, le cui email ci hanno seppellito, se uno è sveglio a questa domanda si risponde da solo…».
Prima il Decreto-Maroni che ha introdotto tessere del tifoso e vietato petardi, fumogeni e addirittura tamburi e megafoni negli stadi, oggi l’Albo per gli striscioni. Perché fare il tifo allo stadio sta diventando un “tour de force”? Non basterebbe un pizzico di buon senso in più e controlli puntuali ovunque?
«L’unico Albo dovrebbe essere quello del buon senso. In 8 anni a Striscia ci sono certamente passati sotto gli occhi striscioni beceri o violenti o razzisti, ma molto semplicemente non li abbiamo MAI mostrati in onda. Se al Viminale non si sono accorti che gli stadi (grazie anche alle loro gimkane burocratiche, ai loro divieti di vendita dei tagliandi il giorno stesso della partita, biglietti nominali, tessere, biglietti per soli residenti nella regione, biglietto per non più di un tifoso a testa, esclusi i molisani, i vedovi e chi chiama da fuori Roma, alla finale di Supercoppa che fino a 3 giorni prima non si è saputo a che ora si giocava, ai fax, alle dispense papali, e ora anche albi…) sono sempre più vuoti, scialbi e mesti, beh vuol dire che….come osservatori sono scarsi davvero.Il calcio senza calore e colore non è niente».