Puntare sui giovani, favorendone l’inserimento lavorativo, lotta all’evasione fiscale, rilancio della domanda interna. Sono questi i pilastri indicati da Enrico Rossi per far riaprtire la Toscana annunciati da Certaldo, dove il governatore ha inaugurato la festa regionale del Pd dedicata alla cultura (guarda).

Giovani, motore di sviluppo «Senza ripresa e senza adeguate politiche di sviluppo l’Italia, e quindi la Toscana, rischia di perdere una generazione – ha detto Rossi -. Anche per questo stiamo puntando su di loro attraverso i tirocini, che in un momento di forte crisi è la prima occasione di entrare in contatto con il mondo del lavoro subito dopo l’università».L’obiettivo secondo il governatore è quello di avere entro il 2014 15mila giovani che abbiano provato l’esperienza del tirocinio investendo su di loro 50-60miilioni l’anno tra fondi europei e regionali.  Ma non basta. I giovani sono al centro anche del rilancio dell’agricoltura. Un settore che per Rossi è il perno dell’economia regionale, ma che da troppo tempo è alle prese con l’arretramento del suolo a causa del troppo cemento, lo scarso ricambio generazionale, difficoltà di accesso al credito e tassi troppo elevati.

Il pasticcio delle Province A proposito della spending review e del taglio delle Province, proprio ieri, Rossi ha rilanciato la sua idea di tre enti di area vasta: quello della costa, con Massa, Pisa, Lucca e Livorno; quello del centro, con la città metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia; quello della Toscana del Sud, con Arezzo, Siena e Grosseto ricevendo anche la telefonata del ministro Patroni Griffi che ha detto « Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha colto perfettamente lo spirito dell'intervento sul riordino delle Province. I territori e le autonomie devono essere protagonisti di questo grande processo». «Sulle Province il Governo rischia il pasticcio – ha detto Rossi durante l’incontro a Certaldo – In tempo di crisi non possiamo avere tre livelli istituzionali di potere e soprattutto non si può giocare a fare gli apprendisti stregoni su una materia tanto delicata. Abbassiamo i toni e ragioniamo con tranquillità. In Toscana Prato, Pistoia, Lucca e Massa non possono essere accorpate. Ad Arezzo invece dico di giocarsela. Può vincere e restare provincia  a sé, ma il rischio della sconfitta e di perdere il Valdarno è altissimo».

L’Italia ha bisogno dell’Europa Una riflessione che parte dalla Toscana («occorrono grandi investimenti per ripartire come la tav, la Tirrenica, le terze corsie e l’ammodernamento dell’aeroporto  di Firenze») per approdare alla situazione nazionale con «un’Italia che ha le difficoltà che ha – ha detto Rossi – perché alla base c’è un problema di giustizia con i suoi 300 milioni di imponibile evaso». «Se torniamo al Governo – ha ipotizzato il governatore  -si porrà seriamente il problema di come far ripartire il Paese» ma con un partito che «ha necessità di rinnovarsi e ricominciare a comunicare». E ancora «Per uscire dalla crisi abbiamo bisogno dell’Europa ma anche di maggiore coraggio a livello nazionale e regionale. Per modernizzare la Toscana, ad esempio, c’è bisogno di maggiore senso di responsabilità. Chi non accetta lo sviluppo e la crescita e difende solo l’immagine oleografica della nostra terra, condanna la Toscana all’immobilismo e alla fine danneggia anche cipressi e colline».