L’andamento negativo del titolo di Banca Monte dei Paschi che dall'ultimo aumento di capitale ad oggi ha fatto registrare una perdita di valore che si aggira sul 70% e alla conseguente, consistente svalutazione delle azioni detenute nel portafoglio. Questa la causa principale di una chiusura di bilancio per la Fondazione Monte dei Paschi di Siena con un disavanzo che si attesta a 331,74 milioni di euro.
L’andamento negativo del titolo sul mercato borsistico ha impattato sulla capacità della Fondazione di rispettare i meccanismi di marginazione delle garanzie contenuti nel contratto di finanziamento stipulato per sostenere l’ultimo aumento di capitale e nei contratti di Total Return Swap su titoli ibridi FRESH sottoscritti nel 2008, costringendo a portare a conto economico anche la minusvalenza implicita in questi ultimi contratti, incidendo sul medesimo per 380,5 milioni di euro. Al netto di tale operazione la Fondazione avrebbe avuto un risultato di esercizio positivo per circa 49 milioni.
 
Le conseguenze dell’aumento di capitale Il problema delle garanzie sui contratti e l’esigenza di aderire all’aumento di capitale hanno costretto la Fondazione a dismettere importanti partecipazioni quali Intesa Sanpaolo e Mediobanca che, pur riuscendo a cogliere per la cessione i migliori momenti delle loro quotazioni, hanno determinato minusvalenze quasi interamente coperte dai 270 milioni opportunamente accantonati nel Fondo oscillazione titoli.?In tale difficile contesto la decisione è stata quella di predisporre un bilancio improntato a rigore, prudenza e trasparenza, prevedendo svalutazioni che non potevano non essere condizionate dalle consistenti svalutazioni per circa 4,6 miliardi effettuate da Banca Mps, determinando un relativo valore di bilancio della partecipazione di euro 0,36 euro per azione, livello più vicino all’attuale realtà. ?Per l’approvazione del Bilancio da parte della Deputazione Generale è stato deciso di utilizzare il maggior termine semestrale. Le ragioni che hanno indotto a tale scelta sono da ricercare principalmente nella circostanza che due fattori, destinati a incidere in maniera rilevante sulla valutazione della Banca Mps, si sarebbero manifestati dopo la scadenza del termine statutario di approvazione del bilancio del 30 aprile 2012,: il chiarimento sulla necessità di procedere con un nuovo aumento di capitale di Banca Mps come richiesto dall’EBA e la chiusura dell’accordo di ribilanciamento dell’esposizione finanziaria con le banche creditrici.
 
Niente bando neanche all’orizzonte In conseguenza della difficile situazione finanziaria risulta inevitabile una elevata contrazione, in questo e nei prossimi anni, dell’attività istituzionale della Fondazione, già parzialmente ridotta nel 2010 e ancor di più nel 2011. Come lo scorso anno non è stato emesso il bando ordinario per i contributi ai progetti di terzi e sono in corso di valutazione le forme con cui erogare risorse, comunque fortemente limitate, da destinare alle principali emergenze del territorio e agli impegni pluriennali.?Per quanto riguarda i progetti propri è stato deciso un notevole contenimento degli stanziamenti in base alle effettive necessità e ai programmi già predisposti, senza comprometterne la loro operatività.?Prosegue dunque il momento di difficoltà per la Fondazione, un momento che potrà essere superato soltanto con un deciso ritorno alla redditività da parte di Banca Monte dei Paschi, come richiesto nell’ultima assemblea e come previsto nel piano industriale recentemente varato su cui, come azionista, la Fondazione vigilerà con attenzione.?
 
Tutti i numeri del bilancio Il bilancio consuntivo 2011 della Fondazione Mps si chiude dunque con un disavanzo di 331,74 milioni di euro (nel 2011 era stato di 128,4 milioni) ed espone un patrimonio di 1.331,1 milioni di euro, in diminuzione di 4.075,9 rispetto al dato 2010 (5.407 milioni). La significativa flessione deriva dalla perdita di esercizio registrata nell’anno e dalla patrimonializzazione di minusvalenze su cessione di azioni (privilegiate e ordinarie) di Banca Mps (complessivamente 240 milioni) e da svalutazione delle azioni residue (3.503 milioni).?L’attivo totale ammonta complessivamente a 2,562 miliardi di euro.?Dal punto di vista economico, al netto delle svalutazioni, il 2011 si mostra comunque in progresso rispetto al 2010.?Tuttavia, l’anno appena concluso si caratterizza non tanto per i suoi risultati economici, quanto e soprattutto, per l’evidenziarsi di una situazione di tensione finanziaria dovuta sia alla sottoscrizione del finanziamento di 600 milioni per aderire all’aumento di capitale di Banca Mps, sia al deteriorarsi del mark-to-market degli strumenti derivati con sottostante titoli FRESH 2008 a suo tempo conclusi da FMps. Ciò ha comportato la necessità, per la Fondazione, di cedere parte dei propri asset e di smobilizzarne un’altra parte (compresa una significativa quota della Conferitaria stessa). Il quadro sopra descritto ha prodotto consistenti minusvalenze, a seguito delle cessioni di asset realizzate fra il 2011 e il 2012.?Va ulteriormente sottolineato come la preesistente situazione di fabbisogno finanziario della Fondazione, creatasi a seguito dell’ultimo aumento di capitale di BMps, si è ulteriormente aggravata a seguito del repentino calo del valore di borsa del titolo Monte dei Paschi, con conseguente impossibilità della Fondazione di adempiere ai propri obblighi di marginazione del prestito contratto (il cosiddetto trigger è scattato lo scorso novembre 2011). Pertanto, la necessità di vendere velocemente – e in un quadro di mercato sostanzialmente ribassista – parte dei propri asset per ridurre l’esposizione complessiva e la stessa natura di alcuni di tali asset (fondi chiusi tendenzialmente strutturati per essere manutenuti fino a scadenza) ha costretto FMps ad accettare significativi sconti sui prezzi di carico degli strumenti finanziari ceduti, seppur riuscendo a sfruttare le migliori condizioni possibili in relazione all’andamento del valore di tali asset nel periodo.?Passando a esaminare i redditi della Fondazione in sintesi l’esercizio ha evidenziato un risultato così articolato: dividendi e proventi assimilati per 125,5 milioni (di cui 100,9 da BMps) rispetto ai 15,09 milioni del precedente esercizio. Il significativo incremento, è dovuto in particolare ai maggiori proventi da BMps e da Cassa Depositi e Prestiti; interessi e proventi assimilati per 16 milioni di euro (16,60 nel 2010); altri proventi per 0,7 milioni; proventi straordinari (al netto degli oneri straordinari e dell’utilizzo del fondo oscillazione titoli) per 22,3 milioni.?Dopo imposte per 1,4 milioni di euro (per Irap e imposta sostitutiva su differenziali positivi swap), si registra dunque un disavanzo dell’esercizio di 331,7 milioni di euro.?Tra le altre poste al passivo vanno evidenziati il “Fondo di stabilizzazione delle erogazioni” che ha una consistenza di 107,1 milioni (in decremento di 8,1 rispetto al dato 2010), i debiti per erogazioni deliberate pari a 126,5 milioni (in significativa riduzione rispetto al precedente esercizio, quando assommavano a 232,6), il Fondo rischi ed oneri per 421,2 milioni, i debiti verso banche (524,2 milioni, residuo del debito del finanziamento di 600 milioni contratto nel giugno 2011 per aderire all’aumento di capitale di BMps). Da ricordare inoltre il fondo costituito con gli accantonamenti a favore del volontariato per 3,18 milioni e il “Fondo per la realizzazione del Progetto Sud” per 6,03 milioni di euro.?Nell’attivo, che ammonta a 2,562 miliardi, da considerare fra le poste principali, oltre ai due beni immobili della Fondazione, Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione e Palazzo del Capitano, le immobilizzazioni finanziarie che assommano a 1.624,1 miliardi. ?La partecipazione in Banca Mps detenuta dalla Fondazione al 31/12/2011 risultava pari al 45,76% del capitale ordinario. Le successive dismissioni di azioni hanno portato la partecipazione in BMps al 36,3%, pari a 4.246.097.997 azioni (il 33,5% del capitale sociale dell’interessenza nella Conferitaria, pari ad un valore di 1.412,3 milioni di euro è fra le immobilizzazioni finanziarie). ?Da ricordare che in merito alla partecipazione nella Conferitaria, gli organi della Fondazione, in data 14 febbraio 2012, attese le esigenze di ribilanciamento dell’esposizione finanziaria dell’Ente, hanno deliberato la vendita, previa autorizzazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di azioni Banca Mps fino ad un numero massimo che consentisse, comunque, il mantenimento di una quota pari al 33,5% del capitale sociale. Pertanto, in presenza della finestra favorevole offerta dal mercato fra il mese di marzo e aprile 2012, la Fondazione, dopo aver ottenuto il nulla osta a vendere azioni BMps (libere da pegno regolare) da parte dei creditori finanziari, ha provveduto a cedere (prevalentemente con operazioni “ai blocchi”) il 12,66% della partecipazione nella Conferitaria (n. 796.993.862 azioni ordinarie e n. 681.879.458 azioni privilegiate BMps, per un incasso netto di 533,7 milioni). In tale ambito rientra anche la cessione effettuata in data 27 Marzo 2012 a Finamonte S.r.l. (famiglia Aleotti) di 359.879.458 azioni privilegiate e 107.382.130 azioni ordinarie (per una quota pari al 4% del capitale sociale della Banca Conferitaria).?Le svalutazioni nette, operate a fine esercizio sui titoli BMps ancora in portafoglio, sono state definite in 3.502,99 milioni (di cui 2.304,81 relative alla quota immobilizzata ed 1.198,18 milioni a quella appostata nel Circolante), per un valore nominale di 0,36 euro ad azione. ?Da segnalare infine come, a partire dal 2011, sia stato avviato un processo di ristrutturazione organizzativa della Fondazione che sta proseguendo nel corso del 2012. Tale processo ha portato, fra le altre cose, anche a una riduzione degli organici: il numero dei dipendenti, 39 unità a fine 2010, nei primi mesi del 2012 è sceso a 33 (di cui quattro attualmente distaccate presso altre aziende). Ciò ha portato a un significativo contenimento dei costi di struttura con una dinamica (considerando le sole voci relative a stipendi ed emolumenti per collaborazioni) che mostra il seguente trend: costi per 5,76 milioni al 31/12/2010; 5,54 alla fine del 2011; circa 4,0 milioni stimati a fine 2012 con una riduzione di circa un terzo in meno di 3 anni.?Da sottolineare infine la significativa riduzione degli emolumenti degli amministratori della Fondazione effettuata in due tornate: nel 2011 e lo scorso mese di giugno. La riduzione complessiva supera mediamente il 40%