«Non si tratta di tagli ma di recupero di efficienza. Ed è una svolta epocale» dice il Ministro alla Giustizia Paola Severino in merito alla chiusura dei piccoli tribunali e delle sedi distaccate. Una svolta che in Toscana si attuerà solo a Montepulciano, piccolo borgo nel senese, dove si abbatterà la scure della spending review voluta dal Governo per ridurre gli sprechi.

Le reazioni La decisione che era nell’aria da tempo, si è concretizzata ieri sera dopo la riunione del Consiglio dei Ministri (leggi). La struttura di Montepulciano conta 10 magistrati operativi fra tribunale e procura e 20 amministrativi ora obbligati al trasferimento a Siena. Con tutti i faldoni di processi e  cause in corso. Una decisione che ha fatto scattare la richiesta di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di una raccolta firme per la revisione geografica giudiziaria a salvaguardia dei piccoli tribunali e delle sedi distaccate. A depositarla ieri alla Corte di Cassazione a Roma il presidente dell’Ordine degli avvocati del foro di Montepulciano Paolo Tiezzi Maestri e il vicesindaco di Montepulciano, Luciano Garosi. In sei mesi ci sarà bisogno di 50mila firme. Se verranno raggiunte, al termine dei sei mesi, la Cassazione dovrà verificarne la veridicità e darne comunicazione ai due rami del Parlamento.

Il decreto  Con Montepulciano sono 220 le sedi distaccate dei tribunali italiani che vengono cancellate. 37 i tribunali accorpati e 38 le procure. Vengono abolite 674 sedi di giudice di pace. La mappa degli organici invece non cambia: non è prevista una riduzione di personale. «Giusto per fare qualche esempio – ha detto il ministro Severino-, esistono sezioni distaccate in cui ben cinque unità di personale amministrativo sono impegnate nel corso di un intero anno ad occuparsi di poco più di un centinaio di procedimenti utilizzando strutture che costano ai cittadini per le sole spese vive (utenze per luce, acqua, telefono e ordinaria manutenzione) circa 50 mila euro l'anno. Con questo provvedimento – prosegue il Ministro potremo risparmiare circa mille edifici con i loro costi e la loro manutenzione. A quel punto non si potrà negare il risparmio che ne deriva e che si ha non a discapito dell'efficienza della giustizia». Bisogna evitare, spiega il Ministro, sia il «troppo piccolo», che non può dare specializzazione, sia il «troppo grande» che finisce per essere ingestibile. «Tribunali troppo piccoli o al contrario eccessivamente grandi hanno produttività più bassa della media». Le eccezioni riguardano soprattutto le zone dove alta è l'incidenza di criminalità organizzata: «Possono rimanere aperti i tribunali con un numero di magistrati da 20 a 28 magistrati ma solo se si trova in una zona di criminalità organizzata o il cui spostamento porterebbe dei disagi di trasporto».

I tribunali soppressi Sono 37 e si trovano a Acqui, Alba, Ariano Irpino, Avezzano, Bassano del Grappa, Caltagirone, Camerino, Casale Monferrato, Cassino, Castrovillari, Chiavari Crema, Lamezia Terme, Lanciano, Lucera, Melfi, Mistretta, Modica, Mondovì, Montepulciano, Nicosia, Orvieto, Paola, Pinerolo, Rossano, Sala Consilina, Saluzzo, Sanremo, Sant'Angelo dei Lombardi, Sciacca, Sulmona, Tolmezzo, Tortona, Urbino, Vasto, Vigevano, Voghera. L'unica procura in più rispetto ai tribunali che viene cancellata è quella di Giuliano i cui pm vengono assorbiti dalla più grande procura d'Italia: quella di Napoli.

I vantaggi La riduzione degli uffici giudiziari comporterà anche risparmi di spesa, pari a 2.889.597 euro per il 2012, 17.337.581 per il 2013 e 31.358.999 per il 2014.

Decisioni definitive a settembre Ora il Ministro ha tempo fino a settembreper rendere operativi questi tagli, ascoltando anche i pareri delle commissioni giustizia di Camera e Senato.