Si chiama “Hebron” e si propone di migliorare la qualità della vita delle popolazioni palestinesi della West  Bank attraverso lo sviluppo di un sistema avanzato di smaltimento dei rifiuti. E’ il progetto presentato oggi in Consiglio regionale a Firenze che vede impegnati i Comuni di Peccioli, San Giuliano Terme, Capannori, dall’Unione Valdera, le aziende Belvedere Spa, Rea Spa, Geofor Spa, Siena Ambiente Spa, insieme con Confservizi Cispel Toscana e con il coordinamento di Timesis, Srl.
 
Il progetto Il progetto Hebron, dal costo complessivo di 813mila euro, rientra nel programma “Palestinian Municipalities Support Programme” della Cooperazione italiana del Ministero degli Esteri. L’obiettivo è quello di sostenere le autorità locali per lo sviluppo di un processo di smaltimento dei rifiuti solidi sostenibile per l’ambiente e andare incontro alle esigenze della popolazione del governatorato di Hebron nonché di quello del governatorato di Betlemme in Palestina (circa 700.000 persone). Attualmente la popolazione palestinese produce circa 600mila tonnellate di rifiuti l’anno del quale solo il 67% è raccolto dalle autorità locali che lo smaltiscono in siti non controllati, mentre il restio viene gestito in modo irregolare dalla popolazione con gravi conseguenze per la salvaguardia dell’ambiente. Dei 133 siti usati per lo smaltimento, solo 23 rispettano in parte le regole fondamentali per non portare danni all’ambiente.
 
Il modello toscano «Il progetto è espressione dell’alto grado di capacità ed efficienza raggiunto dalla nostra regione e sarà utile anche per le nostre aziende per sperimentare nuovi modelli e processi organizzativi», ha commentato il presidente di Confservizi Cispel Toscana, Alfredo De Girolamo.  

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