Quello delle energie rinnovabili è un tema sempre più centrale per i territori. Lo è per le amministrazioni pubbliche che devono scegliere verso quale futuro orientare le proprie comunità locali, lo è per i privati che sempre più investono sui certificati bianchi. Lo è, infine, per i cittadini che sempre più si arrogano il diritto di dire la loro. E il caso italiano – 500 impianti su tutto il territorio nazionale – è il caso delle terre di Siena dove, sulla scia del progetto della Provincia di Siena su Kyoto che diventerà carbon free entro il 2015, le energie pulite trovano terreno fertile. Ma non senza qualche difficoltà.
 
C’è chi dice no Quattro impianti di produzione energetica a biogas da 999 kw ciascuno da far sorgere nell’area di Piana, nel territorio di Buonconvento. E’ il progetto presentato all’amministrazione comunale e attualmente al vaglio e all’analisi dell’Ufficio Tecnico ma soprattutto è stato l’oggetto di un’assemblea pubblica e di un confronto aperto tra Giunta, Consiglieri, cittadini e un Comitato per la valorizzazione del territorio e dell’ambiente di Buonconvento. L’incontro si è svolto mercoledì sera in un Teatro dei Risorti gremito di persone e si è concluso con l’appello unanime “Fermate lo scempio della nostra Valdarbia”. L’amministrazione comunale ha già chiesto alla Provincia di Siena il rinvio della Conferenza dei Servizi chiamata a deliberare definitivamente sul progetto.

Le ragioni di uno scetticismo «Una decisione presa dopo aver analizzato insieme all’Ufficio Tecnico le progettualità pervenuteci – ha sottolineato il primo cittadino Marco Mariotti – e che non ci convincono fino in fondo sotto alcuni aspetti. Su tutti quello dell’accessibilità dell’area di Piana per l’approvvigionamento delle colture da biogas che inevitabilmente proverrà da fuori del nostro territorio con conseguenze anche su una viabilità già contraddistinta da criticità derivanti dalla Cassia e dalle strade bianche. Le prime considerazioni le abbiamo potute fare esclusivamente dopo aver avuto la possibilità di entrare nel merito del progetto e stiamo avendo in merito un confronto continuo e costruttivo con i cittadini e con il comitato e tutto questo all’unico scopo di salvaguardare il nostro territorio, il suo sviluppo economico e ambientale, fuori da qualsiasi pretesto ideologico, ma consci di una serietà e di una trasparenza che devono rappresentare le reali fondamenta di qualsiasi progetto infrastrutturale». 

San Quirico d'Orcia dice sì «Se consideriamo il biogas nocivo per la salute allora è meglio che non facciamo più niente, non accendiamo la luce di casa e smettiamo di usare l’auto». A dirlo è Beppe Croce, responsabile agricoltura no food di Legambiente intervenuto a San Quirico all’iniziativa organizzata dal Centrosinistra sull’impianto a biogas da 500kw, che dovrà sorgere nei prossimi mesi nella zona artigianale dell’Ombicciolo. E mentre al Teatro Orcia si svolgeva l’iniziativa, a pochi metri di distanza, in piazza della Libertà, terminava la manifestazione del comitato No Biogas. «Non conosco i proprietari dei terreni ma solo il progetto – dice Beppe Croce – sono favorevole ad impianti di piccole dimensioni come questo, in cui si conosce la provenienza della materia prima agricola. Per un impianto così, pericoli per la salute non ce ne sono proprio, se pensiamo che produce il 50% di metano – ovvero lo stesso metano che bruciamo quotidianamente per riscaldare le nostre case -; il 40% di anidride carbonica e il 10% di acqua. Ci sono oltre 500 impianti in Italia, ormai la tecnologia è super-collaudata; qui verrà coltivato triticale, sorgo, sanza e mais il tutto in un’area ristretta di filiera cortissima. Vedendo il progetto è interessante perché permette di coltivare terreni abbandonati. Sconsiglio il mais per le colture no-food perché ha bisogno di troppa acqua. Escludo anche il problema di eccessivi odori perché il digestato viene fatto direttamente nei campi». «Sono molto soddisfatto dell’iniziativa – ha commentato il sindaco Roberto Rappuoli – perché esperti della materia hanno rassicurato sul piano sanitario, che è l’aspetto che più mi preme». Sulla manifestazione del Comitato: «Non voglio neanche commentarla». Slogan e fischietti per il Comitato, che come ha detto il presidente Raffaele Raffaelli, non ha voluto partecipare all’incontro del Centrosinistra, contestando all’ingresso: «Si è voluto sottolineare la nostra contrarietà all’iniziativa – afferma Raffaelli -, per problemi che ci saranno sul paesaggio e sulla salute pubblica che l’impianto causerà sicuramente. E’ una speculazione bella e buona da parte dell’imprenditore, non è giusto che pochi debbano speculare sulla salute dei cittadini».