Due centesimi in più sul costo della benzina per aiutare le popolazioni terremotate dell’Emilia. Un gesto di solidarietà voluto dal Governo che in molti non hanno condiviso. E la prima a tirarsi indietro è proprio la Toscana.

L’aumento Questa mattina il Consiglio dei ministri ha deliberato un aumento della accisa sulla benzina al fine di reperire risorse necessarie per affrontare l'emergenza terremoto. «L'aumento della benzina è dentro ad uno sforzo che questo paese deve fare, è importante che il Governo abbia risposto in maniera così tempestiva, gli italiani lo capiranno» ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, Commissario straordinario per la ricostruzione dopo il sisma.

La Toscana si tira indietro «Aumento dell'accisa per reperire fondi per il disastro in Emilia Romagna? Con tutto il rispetto chiederei l'esenzione per la Toscana» è stato il commento di Enrico Rossi, presidente della Regione, Enrico Rossi. «Mi sono assunto la responsabilità di aumentare l'accisa sui carburanti quando era necessario trovare fondi per il disastro in Lunigiana (leggi) – ha spiegato il governatore -. Credo che i cittadini toscani dovrebbero essere esentati da un ulteriore sacrificio».

La posizione della Faib «Siamo solidali con le famiglie italiane colpite dal terremoto che stanno vivendo momenti di grande difficoltà e riteniamo doveroso l'intervento dello Stato in loro favore – ha commentato Martino Landi, presidente della Faib, l'organizzazione dei gestori di Confesercenti – Quello pero' che ci lascia perplessi è il fatto che ancora una volta, come accade in ogni situazione d'emergenza, si sia fatto ricorso ad aumenti a carico del prezzo dei carburanti che già sopportano il livello di tassazione più alto d'Europa. In un momento così critico per l'economia nazionale, il rischio e' che l'ulteriore rincaro del prezzo della benzina peggiori lo stato di sofferenza del sistema produttivo e dei consumi interni. La politica della coperta troppo corta che copre da una parte e scopre dall'altra – conclude – non può funzionare a lungo. Il Governo dovrebbe cominciare ad orientarsi su ipotesi di intervento alternative agli incrementi del prezzo dei carburanti»
 
Aiuti sì, ma non con la benzina L’associazione dei consumatori pur ritenendo necessario fornire un aiuto concreto ai cittadini colpiti dal terremoto, ritiene inopportuno il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri. Una decisione che determinerà una maggiore spesa, secondo l'associazione, solo per i costi diretti di rifornimento, pari a 29 euro annui ad automobilista, facendo incassare allo Stato una cifra complessiva attorno ad 1 miliardo di euro all'anno. «Il rischio poi – prosegue il Codacons – e' che l'aumento delle accise possa avere ripercussioni sui prezzi al dettaglio, con un effetto domino in tutti i settori legati ai carburanti «Lo Stato deve aiutare i cittadini colpiti dal sisma, ma in un momento di crisi come quello attuale, in cui i prezzi dei carburanti sono alle stelle, un aumento delle accise appare quanto mai inopportuno, controproducente, e dannoso per gli italiani e per l'economia nazionale»' afferma il presidente Codacons, Carlo Rienzi.Anche Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato il loro dissenso all'aumento delle accise sulla benzina per destinare risorse alle zonecolpite dal terremoto. Secondo i segretari generali di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Raffaele Bonanni, e il segretario federale Uil, Domenico Proietti, sarebbe stato più utile cercare risorse nel recupero dell'evasione fiscale e nella riduzione degli sprechi.

 

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