Un iter burocratico più snello e un più facile accesso ai farmaci provenienti da Cannabis per i pazienti oncologici della Toscana. Sono queste le novità più rilevanti dopo il voto del Consiglio regionale di ieri che ha aperto la strada per l’utilizzo dei cannabinoidi per le terapie del dolore. Toscana apripista in tal senso visto che è la prima regione in Italia ad adottare questa misura che permetterà alle farmacie delle Asl di approvvigionarsi dei farmaci derivati da Cannabis nel mercato non nazionale mentre fino ad oggi erano i medici, o i singoli pazienti, a doverne richiedere l’autorizzazione presso un apposito ufficio al Ministero della Salute.
Un tema dibattuto Una legge definita «vergognosa» dal senatore del Pdl Maurizio Gasparri ma che in realtà porterà benefici a molti pazienti affetti da gravi patologie. «Quando si prescrive un cannabinoide, come del resto per qualsiasi altro tipo di farmaco, occorre sempre valutare il rapporto rischio/beneficio per il paziente. Nel caso dei derivati dalla Cannabis, si è visto come i rischi siano del tutto riduttivi rispetto ai rilevanti vantaggi per il paziente – spiega il professor Franco Laghi Pasini, direttore del reparto di Medicina 2 dell'Azienda Ospedaliera e Universitaria Senese e membro della Commissione terapeutica regionale che ha condotto gli studi per la relazione scientifica sull’uso dei cannabinoidi nella terapia del dolore -. Stiamo parlando di farmaci che vanno somministrati a popolazioni ben determinate, in tempi relativamente brevi, e sotto stretto controllo medico, un fattore questo che mira a limitare rischi di dipendenza o di psicosi acute legate agli effetti collaterali dei cannabinoidi». Non si tratta quindi di ‘farsi uno spinello’ per alleviare il dolore. «La Legge nazionale rende disponibile la somministrazione dei farmaci a base di Cannabis per la terapia del dolore in campo oncologico e neurologico (dolore neuropatico cronico e controllo di spasticità croniche), ovvero come anctiemetico per chi viene sottoposto a chemioterapia o come stimolante dell'appetito nei pazienti affetti da Aids, infine come trattamento del glaucoma – sottolinea ancora Laghi Pasini -. Patologie per cui i cannabinoidi hanno dei rilevanti benefici rispetto ai rischi di assuefazione e psicosi acute, che non sono al livello zero, ma che comunque possono essere considerati trascurabili».
Un’arma in più «Credo che l’approvazione della Legge regionale sui cannabinoidi possa permettere alla Toscana di fare da apripista dopo che già in altre realtà, vedi Spagna e Usa, queste terapie vengono usate da tempo – spiega il dottor Roberto Monaco, presidente dell’Ordine dei Medici di Siena e medico internista della Usl 7 -. Quello che più conta però è che si dà ai cittadini toscani, ai malati oncologici, la possibilità di alleviare i propri dolori, riducendo l’uso della morfina. Mi auguro che questa Legge possa essere un esempio ed uno stimolo anche per le realtà italiane, Aifa (Associazione Italiana del Farmaco) su tutte. Il messaggio che deve passare è che grazie a questa normativa si fornisce al paziente un’arma e un’opportunità in più per gestire dolori e spasmi forti».