Livorno chiede a gran voce che la Costa Concordia sia smaltita nel suo porto. A farsi portavoce Giorgio Kutufà, presidente della Provincia che si associa alla richiesta del presidente della Regione Enrico Rossi (leggi).

Rammarico «E’ motivo di rammarico che il consorzio Smit Salvage-Neri, con la presenza una nostra prestigiosa impresa storica, non abbia vinto i lavori con  un progetto che garantiva ricadute per la Toscana, non solo per il Porto di Livorno, ma anche per  i Nuovi Cantieri Apuani di Marina di Carrara e per Piombino, dove sarebbe stata creata la base di appoggio».

Ricadute positive «La Toscana ha subito gravi danni di carattere ambientale – spiega Kutufà -, per questo è opportuno che dalle operazioni di recupero si abbia almeno un ritorno in termini di lavoro e si mantenga, quindi, la proposta di Livorno come porto per i lavori da effettuare sulla nave. Lo scafo deve essere alleggerito consistentemente dall’acqua in modo che i fondali del porto di Livorno siano sufficienti al passaggio della nave. La questione, al di là della mera difesa dell’occupazione di manodopera locale altamente specializzata, è di fondamentale importanza, perché riducendo il tragitto della nave si minimizzano anche i possibili rischi ambientali legati al trasporto».

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