«Quando sono partita dall’Italia, ero a conoscenza del fatto che l’Afghanistan fosse un Paese molto povero, ma in tutta franchezza, non credevo che le loro condizioni fossero così disagiate. La prima volta che sono uscita dalla base, mi ricordo di bambini scalzi che camminavano sul fango, di famiglie che vivono in case fatte di fango e dello sguardo di persone speranzose che dalla nostra attività rinasca un Afghanistan migliore». Sono le parole di Giovanna D’Arienzo, 28 anni, donna soldato dell’Ottavo Reggimento Bersaglieri di stanza a Caserta attualmente in missione in Afghanistan.A raccogliere la sua testimonianza in esclusiva il portale Donna Reporter, con cui la nostra testata ha avviato una collaborazione di scambio notizie per assicurare informazioni ancora più complete ai nostri lettori.
Giovanna, perché ti sei arruolata?
“Fin da quando ero bambina sentivo il desiderio di entrare nelle forze armate; nel 2005, quando ho vinto il concorso è stato per me la realizzazione di un sogno, anche se non del tutto realizzato dal momento che devo ancora passare in servizio permanente. La voglia di aiutare il prossimo, il senso della patria sono stati fondamentali per farmi intraprendere questo lavoro. La vita militare mi ha aiutato a crescere a livello personale, mi ha rafforzato il carattere anche se inizialmente non è stato facile superare il passaggio dalla vita civile. L’addestramento, la comune convivenza e l’attività lavorativa sono solo alcune delle difficoltà iniziali alle quali sono andata incontro”.
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