Cento anni di storie di terra e pietra, di donne e uomini. Cento anni di attività rurali ma anche di estrazione e lavorazione del travertino da sempre protagoniste nella vita economica e sociale delle comunità di Rapolano Terme e Serre di Rapolano, nelle crete senesi. Uno studio antropologico condotto con grande rigore scientifico dal Centro Ricerche Etno-Antropologiche C.R.E.A. di Siena ha dato vita al volume “Di terra e di pietra” (Edizioni Effigi – primamedia editore, pp. 400, € 22,00) che verrà presentato sabato 14 aprile a Rapolano Terme (teatro del popolo, ore 16,30). Saranno presenti gli autori Maurizio Gigli, Valentina Lusini, Sara Tagliacozzo, Francesco Zanotelli, con gli interventi del sindaco di Rapolano Terme, Emiliano Spanu, e del presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini. Intervento previsto anche di Enza Billi, coordinatrice del progetto “Tradere” che da anni si occupa di promuovere la memoria del lavoronelle cave di travertino.
Il volume Il volume racconta come intorno agli elementi del territorio, terra e travertino, si sia sviluppata per tutto il Novecento un’originale cultura del lavoro e dell’industria che ha finito per condizionare la quotidianità di piccoli e grandi imprenditori, lavoratori dipendenti, artigiani, contadini e donne. Il libro raccoglie le memorie di storie individuali e collettive, passioni politiche e desideri di emancipazione che hanno contribuito allo sviluppo economico del territorio. Racconti personali si intrecciano così a storie di famiglie e imprese, dando vita a un volume preciso e dettagliato che, al rigore del saggio di ricerca, unisce le suggestioni della narrazione orale ed oggi, finalmente, anche scritta. Completano il libro le fotografie, molte inedite. Il libro è acquistabile su http://www.toscanalibri.it/.
Gli autori «Il tema centrale del volume tratta del passaggio di un territorio da un’economia contadina, incentrata sulla mezzadria, a quella di stampo industriale – spiega uno degli autori, Maurizio Gigli -. È il racconto di come, nel cuore della provincia di Siena, si sia vissuto il periodo del boom industriale del Novecento. In questo sfondo trovano spazio le storie e i racconti delle famiglie, di uomini e di donne di ogni età, che hanno visto trasformarsi il loro stile di vita da mezzadro a operaio. Delle riflessioni che servono per analizzare un modello di sviluppo – conclude Gigli – che non vuole essere un semplice resoconto di quanto accaduto in passato ma rapportarsi e confrontarsi con l’attualità per fornire una chiave di lettura efficace per le trasformazioni che stiamo vivendo al giorno d’oggi».