A volte bastano due minuti per riaprire una stagione. Nel calcio e in un campionato equilibrato come la Serie A, può accadere di tutto. E tutto può condizionare il tuo cammino, anche ciò che succede in campi lontani. La trentaduesima giornata di campionato si può riassumere così perché,  al di là del pareggio della Fiorentina con il Palermo e della sconfitta a Milano (sponda Inter) del Siena, è stato il colpaccio del Lecce a Catania a riaprire il discorso salvezza per le toscane di Serie A.

Troppa paura per le toscane A condizionare le prove di viola e bianconeri è stata soprattutto la paura. In casa viola, così come per il Palermo, ha segnato una prestazione veramente incolore da parte delle due squadre. Se si escludono gli exploit in apertura di Natali, Nastasic e Amauri, nella restante parte non c’è stato da annotare nulla se non tanta noia e, soprattutto, timore di perdere. Un match sintomatico di una classifica deludente sia per la Fiorentina che per il Palermo e che, alla fine, ha indotto le due squadre ad accontentarsi di un pari poco utile per entrambe. Soprattutto alla luce della vittoria del Lecce. Un successo, quello dei salentini, che scalfisce qualcosa in casa Siena, sebbene i 5 punti di vantaggio che rimangono dal terz’ultimo posto possono essere ancora considerati come un margine di sicurezza. Ed anche per i bianconeri è lecito parlare di un eccesso di timore reverenziale al cospetto della Scala del Calcio: il gol di D’Agostino sembrava il prologo ad un altro exploit prestigioso ma poi la squadra di è rintanata troppo in difesa favorendo la doppietta di Milito con le ingenuità di Pesoli e Mannini.

Il Lecce corre Quello che stona maggiormente però, per entrambe le toscane del massimo campionato di calcio è, appunto la vittoria del Lecce a Catania. Un successo che rimescola le carte in tavola e che rimette Fiorentina e Siena di fronte alle loro paure e responsabilità. Solo 3 i punti di vantaggio dei viola adesso sui salentini, 5 quelli del Siena. Sei invece le giornate che mancano alla fine del torneo. 6 sfide che, a questo punto, diventano (senza retorica) delle vere e proprie finali. Non ci sono alternative però: adesso si vince senza paura.

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