Ventisette sindaci fiorentini fanno quadrato intorno alla Provincia, prendono carta e penna e scrivono direttamente al premier Mario Monti. “Quella del Governo è una decisione inapplicabile ed è irrealistica l’idea che i Comuni possano gestire le funzioni svolte finora dalle Province”. Si legge nella lettera attraverso cui i primi cittadini esprimono la loro profonda perplessità “sulla decisione del Governo di cancellare le amministrazioni provinciali, trasformandole in un inutile ente di indirizzo e di coordinamento senza funzioni amministrative.Questo giudizio – scrivono gli amministratori locali  – matura innanzitutto dalla convinzione che la decisione di trasferire entro il 31 dicembre 2012 le funzioni provinciali alla Regione e ai Comuni sia anche controproducente sul piano dei costi”.
 
I firmatari I sindaci dei Comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Valdelsa, Calenzano, Campi Bisenzio, Dicomano, Fiesole, Figline Valdarno, Firenzuola, Impruneta, Incisa Valdarno, Lastra a Signa, Londa, Marradi, Palazzuolo sul Senio, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano, Rufina, San Casciano, San Godenzo, San Piero a Sieve, Scarperia, Sesto Fiorentino, Signa, Tavarnelle e Vaglia considerano irrealistico che i Comuni del territorio provinciale possano gestire singolarmente “la manutenzione, la progettazione e la realizzazione delle strade, la gestione degli edifici scolastici per la scuola media superiore, la gestione degli sportelli dei Centri per l’impiego, i bandi per la formazione professionale, le competenze ambientali, il piano dei rifiuti con l’individuazione degli impianti, la progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture, la gestione del rischio idraulico e molto altro”.
 
A rischio i servizi ai cittadini Secondo gli amministratori locali anche l’eventuale aggregazione per macro funzioni sotto la responsabilità delle Regioni “pare contrastare con il principio di sussidiarietà sancito dall’art. 118 della Costituzione e da verificare sul piano dei costi e dell’efficienza in un ente che a nostro avviso dovrebbe occuparsi di legislazione e di indirizzo e sempre meno di amministrazione. Tutto ciò avrebbe solo degli effetti negativi come la riduzione dei servizi forniti a cittadini e imprese e l’aumento dei costi, perché sarebbero cancellate le economie di scala determinate da una gestione unitaria a livello provinciale, rendendo la provincia più debole e priva di una struttura politica di indirizzo che possa chieder conto dei risultati”.