Italia sempre più razzista con episodi più frequenti al Centro. A dirlo è il monitoraggio Unar l'Ufficio nazionale antidiscriminazione che ha registrato nel 2011 un aumento di atti discriminatori etnico-razziali. A finire sul banco degli imputati i mass-media e il lavoro, come luoghi piu' frequenti di discriminazione.
  
Centro Italia razzista La "geografia" delle discriminazioni vede al primo posto il Centro Italia con il 32,3% della segnalazioni pertinenti, il Nord-Ovest con il 27,5%, il Nord-Est con il 25,9%, e il Sud e isole con il 14,3%. L'Italia e' stata recentemente oggetto di monitoraggio da parte dell'Onu, anche a seguito degli eventi di razzismo verificatisi sul territorio, con particolare riferimento al caso di Firenze del 13 dicembre scorso (leggi) e, alla luce della recrudescenza di comportamenti razzisti, nella Relazione si evidenzia "la necessità di un salto di qualità per l'adozione, da parte del Governo, di un piano organico di prevenzione e contrasto dei fenomeni di discriminazione razziale".

I numeri Dal monitoraggio dell'Unar emerge dunque "un flusso di contatti per il 2011" che nell'anno appena passato sono arrivati a quota 18.850. E una forte crescita delle istruttorie relative agli eventi di discriminazione: dalle 766 del 2010 si e' passati alle 1.000 del 2011. Le istruttorie giudicate 'pertinenti' sono state poi l'anno passato 799, ovvero 259 in piu'. Sul fronte degli altri contatti – si legge nella Relazione – si nota un calo delle richieste di informazione (da 90 a 64), mentre le altre chiamate sono quasi raddoppiate (da 89 a 154 nel 2011). Nel complesso quindi l'Unar, nel 2011, ha avuto oltre ventimila contatti, una cifra quasi doppia rispetto a quella dell'anno precedente. Quanto alla distribuzione territoriale delle segnalazioni: nel 2011 un caso di discriminazione su cinque e' avvenuto in Lombardia (21%), dato stabile rispetto ai due anni precedenti. Un altro quinto proviene dal Lazio (19%), confermando anche per quest'anno il calo iniziato nel 2010. Veneto, Emilia Romagna e Toscana sono le regioni, per cosi' dire di seconda fascia, rispettivamente con il 12,2%, il 10,4% e il 10,8% delle segnalazioni pertinenti. Sono dunque i grandi poli urbani (le province di Milano e Roma soprattutto) a veicolare il maggior numero di istruttorie pertinenti.

Mass media sotto accusa L' "ambiente” in cui si consumano maggiormente le discriminazioni, i mass media  che si piazzano al primo posto per il secondo anno consecutivo, facendo segnare un lieve incremento rispetto al 2010 che ha portato il dato al 22,6% del totale dei casi pertinenti. A seguire l'ambito lavorativo che l'anno scorso ha ottenuto il 19,6% delle denunce, percentuale di oltre otto punti superiore a quella del 2010 (11,3%). Sul versante del lavoro spicca il dato dell'accesso all'occupazione (73%). Anche in questo caso le conseguenze sono ben note: procedure selettive su base etnica, segregazione occupazionale, accesso duale al mercato del lavoro. Si mantiene piu' o meno stabile, invece, il dato rispetto ai casi registrati nella vita pubblica (16,7%), mentre sono in flessione (10,9%) i casi relativi all'erogazione di servizi da parte di enti pubblici; c'e' poi notare il lieve calo delle discriminazione segnalate rispetto alla casa (6,3% nel 2011 contro l'8,9% del 2010). Riguardo all'erogazione di servizi da parte di enti pubblici molto alta e' la quota attinente ai servizi socio-assistenziali (40,3%).

 

Articolo precedenteIva sui rifiuti illegittima, i rimborsi per i cittadini scattano in 1183 Comuni italiani
Articolo successivoItaliani con l’acqua fino al collo. Ne abbiamo molta ma la sprechiamo. E incombe il rischio siccità