«In nome della massima trasparenza ho deciso di pubblicare quanto ricevuto dalla Procura della Repubblica di Livorno, a conferma di quanto pubblicamente e ripetutamente dichiarato, cioè che le contestazioni afferiscono al “concorso in bancarotta fraudolenta” legata all’avvio del concordato preventivo di Aamps». Lo ha scritto stamani il sindaco di Livorno Filippo Nogarin in un post sul suo profilo Facebook pubblicando il contenuto dell’informazione di garanzia ricevuto sabato scorso. «Il pubblico Ministero, ai sensi degli art. 369 e 369 bis c.p.p. informa Nogarin Filippo, nato a Livorno il 4/9/1970, che questo Ufficio sta procedendo ad indagini in ordine ai seguenti reati: art.110 CP, art. 216 RD 1942/267, art. 223 RD 1942/267, art. 238 RD 1942/267, in Livorno, alla data di omologazione del Concordato Preventivo ovvero del fallimento di AAMPS S.p.A.», scrive il sindaco su Fb.
15 persone indagate a vario titolo L’indagine delle Fiamme Gialle di Livorno è complessa e abbraccia un arco temporale di quattro anni, coinvolgendo una quindicina di persone indagate a vario titolo. L’avviso di garanzia arrivato al sindaco Nogarin, è infatti l’ultimo di una serie di analoghi provvedimenti che nelle scorse settimane hanno raggiunto anche l’ex sindaco Alessandro Cosimi (Pd), alcuni membri della giunta della precedente amministrazione, dirigenti comunali ed amministratori passati e presenti dell’azienda partecipata al 100 per cento del Comune. Anche il cda dell’azienda attualmente in carica, che sta lavorando sul piano di concordato, risulta coinvolto nell’indagine. Della giunta Nogarin, dopo le perquisizioni effettuate nelle scorse settimane in Comune e contestualmente in azienda dagli uomini delle Fiamme Gialle, per acquisire documentazione relativa all’indagine in corso, un’informazione di garanzia aveva raggiunto anche l’attuale assessore al bilancio, Gianni Lemmetti.
I reati contestati I reati contestati dalla Procura livornese agli indagati coinvolti dell’indagine abbracciano un arco temporale che va dal 2012, quando governava la giunta Pd, al 2016, quando quella M5s era insediata da meno di due anni: dalla malversazione ai danni dello Stato (nel 2013 per l’utilizzo indebito di finanziamenti rilasciati dalla Regione a Aamps, per 1 milione di euro) all’abuso di ufficio connesso a false fatturazioni (1,6 milioni emesse da Aamps al Comune e pagate dal Comune stesso nel 2012). Poi ci sono le ipotesi di falso in bilancio per gli esercizi 2012, 2013 e 2014, approvato a fine 2015, (gli ultimi due bilanci approvati dal Comune nonostante il parere negativo dei sindaci revisori) tutti per importi di svariati milioni di euro. In questo caso le alterazioni in bilancio riguardano essenzialmente la contabilizzazione di crediti inesigibili. Inoltre si contesta la bancarotta fraudolenta societaria (nell’arco temporale 2012-2014) e la bancarotta e l’abuso di ufficio anche per l’assunzione dei 33 precari (che risale 2016). Infine si contesta l’abuso di ufficio per la revoca del penultimo cda ancora per quanto riguarda il 2016. Nell’ambito dell’indagine c’e’ poi il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità per un accordo transattivo tra Aamps e un contribuente per un credito di 400mila a fronte del quale l’azienda ha incassato 126mila euro. Parallelamente all’indagine, da ultimo il collegio sindacale di Aamps ha richiesto il 30 marzo 2016, al Tribunale di Firenze (sezione specializzata per le imprese) la nullità della delibera dell’assemblea ordinaria di Aamps del novembre del 2015, con cui è stato approvato il bilancio 2014 in quanto ritenuto falso dai revisori. Inoltre lo stesso collegio, il 21 aprile 2016 ha presentato ricorso sempre al tribunale fiorentino, segnalando la sussistenza di gravi irregolarità nella gestione di Aamps da parte del nuovo cda e richiedendone la revoca con la nomina