Il problema del sovraffollamento delle carceri toscane, le condizioni dei detenuti e di chi ci lavora sarà approfondito nelle prossime settimane dal Consiglio regionale. L’assemblea, apprezzando quanto già fatto, impegna la Giunta regionale a potenziare la sanità penitenziaria. È quanto prevede una risoluzione dei gruppi di maggioranza in cui si sottolinea che, per affrontare con efficacia il problema del sovraffollamento, occorrono interventi sull’edilizia carceraria e, soprattutto, sul diritto penale per ridurre i detenuti in attesa di giudizio, specie per reati a basso allarme sociale. Occorrono, inoltre, misure alternative alla pena detentiva, strutture specifiche per le detenute madri, l’aumento degli organici di polizia penitenziaria e, soprattutto, azioni tese alla rieducazione del condannato.


I numeri – Secondo un’indagine dell’Osservatorio della salute in carcere, coordinato dall’Agenzia regionale di sanità, il 73% dei detenuti nelle strutture toscane, nonostante un’età media non superiore a 40 anni, risulta affetto da almeno una patologia, più del 23% ha problemi di salute mentale legate al consumo di droga, mentre riappare la tubercolosi in misura 80 volte superiore alla generalità della popolazione, come di 80 volte più elevata è la percentuale di suicidi, nonostante la stretta sorveglianza. Una realtà sulla quale la Regione è intervenuta per migliorare la strumentazione a disposizione, per l’utilizzo di locali idonei, un aumento del personale infermieristico che, negli ultimi tre anni è passato da 149 a 117 unità. Per il biennio 2011-2012 la Giunta ha inoltre approvato uno stanziamento di 800mila euro per la gestione del rischio clinico, per individuare con tempestività segnali indicatori del rischio di suicidio, la telemedicina, interventi di igiene ambientale e sanificazione dei letti.


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