Oltre 160mila iscritti di cui il 46,4% under 40. Il 25,9% sono donne, in maggior numero tra gli architetti. Sono i numeri di Inarcassa, la Cassa nazionale di previdenza e assistenza per gli ingegneri e architetti liberi professionisti, resi noti questo pomeriggio a Roma nel corso del workshop internazionale dal titolo “Contributivo: esperienze internazionali a confronto”.
 
I numeri Gli iscritti ad Inarcassa sono 160.802 nel 2011 (dato provvisorio) fra “attivi” 153.799 e pensionati contribuenti 7.033. Erano 155.208 nel 2010, con 149.164 attivi e 6.044 pensionati contribuenti; mentre nel 2009 gli iscritti erano 149.101 di cui 144.017 attivi e 5.084 pensionati contribuenti. Il reddito medio degli iscritti è stato nel 2011 di 28.882; e secondo i dati di Inarcassa il contributo medio versato si è attestato sui 4.143 euro (3.941 euro nel 2010). Infine l’assegno medio per le pensioni di anzianità è stato nel 2011 di 30.963 euro (28.545 euro nel 2010).
 
Un settore sempre più rosa «In un sistema previdenziale a ripartizione, il buon funzionamento del mercato del lavoro, in termini di tassi di attività e di occupazione, è requisito fondamentale e imprescindibile sia per la sua sostenibilità di lungo periodo sia anche per l’adeguatezza delle prestazioni. E questo indipendentemente dal metodo di calcolo prescelto, retributivo o contributivo. Il quadro nazionale del mercato del lavoro italiano presenta una situazione “poco invidiabile”. E in questo si inserisce lo scenario delle professioni di ingegnere e architetto. Si tratta di professioni giovani e dinamiche che nell’ultimo decennio hanno registrato un forte processo di crescita e di “femminilizzazione”». È quanto ha detto Paola Muratorio, presidente di Inarcassa (la cassa di previdenza di Ingegneri e Architetti) in apertura del workshop.
 
L’incidenza dei giovani Nelle professioni di ingegnere e architetto è cresciuta molto l’incidenza dei giovani. Gli “under 40” sono quasi il 50% degli iscritti (46,4%), ma dispongono solo del 32,4% del monte reddituale; le donne sono il 25,9%  (in aumento rispetto al 2000 quando erano il 18,5%), e sono più numerose tra gli architetti (37,9%) che tra gli ingegneri (11,8%). Ma i dati di flusso più recenti indicano questo trend di incremento femminile in “evidente accelerazione”. Oggi quasi 1 ingegnere su 4 è donna (23,1% per l’esattezza) e 1 architetto su 2 (54,6%). «Questo “straordinario” afflusso di giovani laureati – ha aggiunto la presidente Muratorio – è da collegare alla mancanza di opportunità di lavoro dipendente, accentuata dalla recente crisi economica. E se una parte di questi professionisti abbandona a breve la professione, gli altri che rimangono iscritti hanno però redditi estremamente bassi».
 
L’assenza di adeguate opportunità di lavoro  Tra il 2007 e il 2010, il reddito medio degli iscritti a Inarcassa ha registrato “in termini reali” una riduzione del 16,2%, una riduzione che sale al 20,2% per gli architetti. Questi sfavorevoli andamenti risentono sia degli effetti della crisi e della bassa crescita dell’economia ma anche del numero di laureati che ogni anno viene abilitato in assenza di adeguate opportunità di lavoro. «Dal Governo ci attendiamo un rilancio concreto del mercato delle infrastrutture. Su questo fronte Inarcassa, insieme alle altre casse tecniche, ha avviato lo studio di un fondo ed è disponibile a collaborare e contribuire alla modernizzazione e crescita del Paese. Occorre inoltre investire in formazione e aggiornamento professionale».
 
Il passaggio al contributivo «La Manovra – ha sottolineato Muratorio – indica il passaggio al contributivo come un evento possibile, non obbligatorio; ma è certamente interesse delle Casse valutarlo in tutte le sue implicazioni. Lavorando con il Comitato Scientifico, ci siamo accorti che si tratta di un mondo ancora da esplorare, considerato che le Casse tutte operano in un sistema molto solidaristico. Soprattutto devono ancora essere ben valutate le implicazioni di questo metodo di calcolo in termini di equità  inter e intra generazionale, di adeguatezza delle prestazioni e sostenibilità sociale e finanziaria». La Manovra – che ha, di fatto, accelerato il passaggio al sistema di calcolo contributivo del sistema generale italiano e introdotto una serie di correttivi con l’obiettivo dichiarato di realizzare, dopo quasi due decenni di riforme e ritocchi vari, un equilibrio definitivo del sistema previdenziale  – ha coinvolto anche le Casse privatizzate. Il workshop di Inarcassa non ha la pretesa di entrare nel merito delle scelte future, che sono responsabilità esclusiva degli Organi collegiali di ciascuna Cassa, «ma – ha aggiunto Muratorio – potrà essere di aiuto per operare i giusti confronti con il metodo di calcolo retributivo delle pensioni».