Pubblichiamo l’intervista uscita questa mattina sul quotidiano La Nazione di Siena, a firma Orlando Pacchiani, al Sindaco del Comune di Siena Bruno Valentini che commenta i dati del bilancio consuntivo 2015 approvato ieri dalla Deputazione generale su proposta della Amministratrice.
Sindaco Valentini, come valuta i dati di bilancio della Fondazione Mps?
«Il bilancio sconta la perdita di valore delle azioni di Banca Mps, così come l’andamento negativo dell’investimento finanziario fatto alla ricerca di rendimenti più alti, rispetto ai bassi tassi di interesse della liquidità o dei titoli di Stato. Per il 2016 c’è l’attesa di un miglioramento di entrambe le poste, auspico inoltre che le azioni legali per il rimborso dei danni patrimoniali subiti dalla Fondazione proseguano con incisività».
Ma è soddisfatto di quanto fatto dall’ente?
«Insisto perché faccia di più, aiutando la comunità di riferimento con tutte le leve possibili. Per quanto riguarda il Comune di Siena non ci sono più buchi di bilancio da risanare, perché abbiamo provveduto da soli. Ma sul sostegno agli investimenti che generano occupazione non c’è più tempo da perdere».
Cosa dovrebbe fare?
«È il momento di rilanciare, questo territorio ha bisogno che la Fondazione utilizzi efficacemente le risorse disponibili per sostenere economia, occupazione, cultura, sociale. Non è ammissibile che la maggior parte delle risorse vengano utilizzate per i costi propri della Fondazione».
In concreto su quali campi ipotizza un intervento?
«Intanto confermando gli impegni sul settore scienze della vita. Continuare a puntare su Toscana Life Sciences, insieme alla Regione, significa investire su un’industria e un àmbito di ricerca strategici per la città».
E sul fronte della città cosa si aspetta?
“Sicuramente l’attenzione alla cultura, identità della città, oltre che volàno delle attività commerciali e produttive. La Fondazione fa già molto attraverso Chigiana e Polo musicale. Ma la sfida vera è quella del Santa Maria della Scala, che avrà ricadute sull’intera provincia e sulla regione, attraverso il progetto di valorizzazione della Francigena. Siena e la Fondazione investono da almeno venti anni senza aver ancora dato una fisionomia definitiva a questo straordinario complesso. Dobbiamo vincere questa partita e anche per la Fondazione dovrebbe essere un passaggio decisivo, come già avvenuto col finanziamento dello studio di fattibilità».
Lei parla di venti anni di ritardo, ora cosa è cambiato rispetto al passato?
«Abbiamo scelto il metodo giusto, individuando una guida: sono nuovi il direttore e il modello di governance. Con un progetto di sviluppo sostenibile, senza svenare il bilancio comunale, diventerà il perno dell’offerta culturale della città e una porta di accesso privilegiato al territorio».
Ma la Fondazione come dovrebbe muoversi secondo lei?
«La Fondazione dispone di un fondo di stabilizzazione di svariati milioni, pensato per erogazioni nei periodi di mancanza di utili. Chiediamo al presidente Clarich e alla deputazione di supportare gli enti locali, compartecipando alla richiesta di fondi pubblici ed europei, per progetti di grande respiro. Se non ora quando? Il Santa Maria è un banco di prova della nuova stagione della Fondazione».