«Combattere la corruzione è un impegno di sistema non di un solo corpo dello Stato che non sarebbe sufficiente. Per la loro parte gli attori della politica devono aggiungervi la consapevolezza che la corruzione in quell’ambito è più grave perchè nell’impegno politico si assume duplice dovere di onestà per sé e per i cittadini che essi rappresentano». È un richiamo forte al tema della corruzione quello fatto nel suo discorso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all’inaugurazione dei corsi di formazione della Scuola di Magistratura di Castelpulci a Scandicci (Firenze).
Mattarella a Scandicci Accolto dalle autorità locali e regionali, quali il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani, il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella e dal governatore Enrico Rossi, il capo dello Stato, allietato prima del suo ingresso nella Scuola di Magistratura dall’inno nazionale cantato da alcuni studenti delle scuole elementari di Scandicci, si è soffermato nelle sue parole sulla riforma del sistema giudiziario ma anche sui valori che devono esprimere i magistrati ed i politici nelle loro funzioni. «La giustizia è un servizio ed un valore – ha aggiunto il capo dello Stato -. Le istituzioni dello stato devono saperla assicurare con efficienza e rigore, diversamente si genera sfiducia, e si concede spazio all’illegalità e al malaffare. Dobbiamo continuare a spezzare le catene della corruzione, e delle complicità. La corruzione è un male gravissimo della nostra società che inquina le fondamenta del vivere civile ma va combattuta senza equivoci o timidezze».
Il tema della corruzione Sulla corruzione «occorre una grande alleanza tra tutte le forze sane per sviluppare ulteriormente gli anticorpi necessari. – ha voluto precisare scandendo bene concetti chiave in questo periodo il capo dello Stato – Si tratta di un impegno politico, sociale, culturale, che deve coinvolgere l’intera comunità. Perché gli anticorpi, che in Italia esistono, e non dovunque è così, sono più efficaci quando sono presenti in tutti gli strati della società, dalla scuola al mondo economico, dai corpi intermedi alle istituzioni locali. I provvedimenti adottati dalla magistratura incidono, oltre che sulle persone, sulla realtà sociale e spesso intervengono in situazioni complesse e a volte drammatiche, in cui la decisione giudiziaria è l’ultima opportunità, a volte dopo inadempienze o negligenze di altre autorità. Per questo l’intervento della magistratura non è mai privo di conseguenze -ha evidenziato Sergio Mattarella, volendo puntare nelle sue parole ad un richiamo forte alle basi della nostra costituzione -. La valutazione delle conseguenze del proprio agire non può essere certo intesa in alcun modo come un freno o un limite all’azione giudiziaria rispetto alla complessità delle circostanze. È, comunque, compito del magistrato scegliere, in base alla propria capacità professionale, fra le varie opzioni consentite, quella che, con ragionevolezza, nella corretta applicazione della norma, comporta minori sacrifici per i valori, i diritti e gli interessi coinvolti».
Mattarella dai Magistrati Il presidente della Repubblica ha poi chiarito che «la ragionevolezza non è soltanto un canone costituzionale che deve improntare l’azione del legislatore, ma è anche un parametro che deve guidare il giudice a operare il bilanciamento spesso richiesto dai diversi valori tutelati dalla Costituzione. La nostra magistratura, in tante circostanze, ha dimostrato di avere tutti gli strumenti per garantire il riconoscimento dei diritti, senza condizionamenti. È un bene che sia sempre più consapevole della sua funzione insostituibile, ma anche della grande responsabilità che grava sulle sue scelte». Presente alla cerimonia di Castelpulci a Scandicci anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando che invece si è dedicato alla riforma nel suo settore. «Cambiare la giustizia italiana si può, lo stiamo facendo col coinvolgimento largo di tutti i soggetti della giurisdizione. -ha puntualizzato Andrea Orlando – Lo stiamo facendo con coerenza, secondo le linee annunciate dal governo nel momento del suo insediamento. Lo faremo completando le riforme del processo penale e civile con poco riguardo alle polemiche, e molto di più ai cittadini e al Paese. Le riforme devono avere un orizzonte ampio».