E’ Samuele Soldani il nuovo presidente di Turismo Verde Siena, l’associazione della Cia che raccoglie e promuove gli agriturismi della provincia. Il rinnovo dei vertici dell’associazione agrituristica è avvenuto alla presenza del presidente della Cia senese Luca Marcucci e del direttore Roberto Bartolini.


Rinnovo dei vertici – Il nuovo coordinamento provinciale di Turismo Verde Siena è composto da Marisa Ferrara, Umberto Tortorella, Francesco Bonghi, Leonardo Bonghi, Federico Taddei, Angela Carletti, Vittorio Cambria,  Virno Mangiavacchi, Mila Martini, Emanuela Beretta, Salvatore Cadau, Samuele Soldani, Nora Zencher, Franco Petri, Laura dell’Aquila, Elena Barucci, Luigi Manzi, Umberto Fenzi. In contemporanea l’assemblea ha eletto Samuele Soldani alla presidenza; Federico Taddei e Marisa Ferrara come vicepresidenti; mentre Anna Maria Stopponi è stata indicata come referente tecnico–organizzativo. 


Il nuovo documento – L’assemblea ha inoltre approvato il testo del nuovo documento programmatico di Turismo Verde: “Fra i punti più significativi inseriti nel nuovo documento programmatico – sottolinea il presidente di Turismo Verde, Samuele Soldani – c’è l’intenzione di partecipare alle scelte e alla programmazione delle politiche turistiche a tutti i livelli, con maggiore coinvolgimento degli operatori. Quindi di porre attenzione all’abusivismo che crea concorrenza sleale a sfavore delle imprese che operano correttamente. Cercare inoltre – conclude Soldari – sinergie tanto sul territorio quanto all’estero per giungere ad un’offerta turistica integrata da parte delle strutture aderenti a Turismo Verde”.


Il ruolo dell’agriturismo – “L’agriturismo – ha sottolineato Luca Marcucci, presidente Cia Siena augurando buon lavoro al nuovo gruppo dirigente – è un settore della nostra provincia dove la multifunzionalità dell’impresa si esplica in maniera importante sia per la fornitura di servizi sul territorio che come fonte di reddito integrativo fondamentale per le moltissime imprese agricole e agrituristiche che altrimenti  sarebbero costrette ad abbandonare queste campagne tanto conosciute e sfruttate a livello turistico”.


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