L’agricoltura al centro dello sviluppo economico e sociale dei territori montani della Toscana. Ne sono convinti Uncem Toscana e Cia Toscana, che quest’oggi a Firenze, presso la sede Uncem, hanno stretto un patto, un accordo operativo, per dare più forza all’agricoltura nelle aree montane della regione. Si tratta di una nuova collaborazione tra Agricoltura e istituzioni locali montane, attraverso l’attuazione in Toscana di quanto previsto a livello nazionale dalla Carta di Matera: un “documento” di principi, che definisce “l’agricoltura come settore produttivo diffuso nello spazio rurale. Una particolarità che obbliga ad una attenzione particolare per l’erogazione di servizi alle persone ed alle imprese”.


Tutela dell’agricoltura nelle aree montane – “Obiettivo comune – spiegano Uncem e Cia Toscana – è quello di avviare iniziative congiunte a sostegno e tutela dei benefici economici, sociali e territoriali che l’agricoltura riveste per le aree montane regionali. L’agricoltura è fondamentale per i territori toscani, – sottolineano le due associazioni –, per questo, in qualità di referenti sul territorio dei comuni montani e degli agricoltori, abbiamo deciso di impegnarci a riportare in Toscana la centralità dell’agricoltura”.


Maggiore competitività – “La Carta di Matera – sottolinea il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani – rappresenta un modello per lavorare sinergicamente per accrescere la competitività del settore agricolo nella consapevolezza che, tale settore, rappresenta, in particolar modo per la realtà toscana, un aspetto trainante per lo sviluppo socio-economico. Sostenere la ristrutturazione, lo sviluppo e l’innovazione, valorizzare l’ambiente e lo spazio naturale sostenendo la gestione del territorio, migliorare la qualità di vita nelle zone rurali, promuovere la diversificazione delle attività economiche nelle zone rurali, sono solo alcuni degli obiettivi da perseguire. Bisogna preservare il ruolo centrale dell’agricoltura nella struttura socio-economica della montagna e la sua essenziale funzione di presidio del territorio, salvaguardia del paesaggio, riproduzione della tipicità e della qualità delle produzioni agricole e alimentari”.


Impegno comune – “Nonostante le difficoltà del settore – sottolinea Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana – le donne e gli uomini impegnati in agricoltura si battono con forza, coraggio e determinazione per costruire il futuro, cercando di cogliere con grande passione, tutte le opportunità di crescita ed innovazione. L’agricoltura e le aree rurali montane sono un patrimonio inestimabile per la società toscana, per conservare e far crescere questo patrimonio è necessario l’impegno diretto di ogni singolo territorio montano della Toscana, dei Comuni, delle Province e della stessa Regione, per una valorizzazione nelle politiche locali e nei fatti concreti dell’agricoltura, che vuol dire salvaguardia e tutela dell’ambiente e sopravvivenza delle aree cosiddette marginali”.


Il ruolo centrale della montagna – “La montagna potrebbe realmente laurearsi sede ottimale per lo sviluppo – ha aggiunto Giurlani -, basti pensare al contributo che può dare alla green economy, sia per le potenzialità naturali sia per le risorse umane e tecniche di cui può disporre. Il consolidamento del tessuto produttivo agricolo così come quello forestale e il mantenimento di concrete opportunità di sviluppo, richiede il miglioramento della competitività attraverso innovazione e modernizzazione, rafforzamento dell’integrazione delle filiere agricole, agro-alimentari e forestali e lo sviluppo di nuove capacità e competenze. In quest’ottica – ha concluso Giurlani – gli enti montani continuano a dimostrarsi importante strumento strategico, sono gli Enti che più di altri hanno forza nell’essere in contatto con i bisogni dei cittadini ed operare nella giusta direzione con adeguate risposte ai bisogni così come previsto dalla Carta di Matera”.


Firenze