Saranno Prato e Firenze a tenere a battesimo, prime città al mondo, la prima ambulanza antibatterica del mondo. Si tratta del primo esempio concreto di una serie di innovazioni che permetteranno di rivoluzionare non solo i veicoli di soccorso e gli ambienti ospedalieri, ma l’intero sistema del trasporto pubblico e degli spostamenti delle derrate alimentari, i settori dove la contaminazione batterica è più frequente e dove si potrà attuare una forma di prevenzione efficace che permetterà di ridurre drasticamente anche l’uso degli antibiotici.


L’inventore – L’annuncio e’ di Solitario Nesti, ingegnere e direttore della Next Technology Tecnotessile, l’istituto fondato a Prato dal ministero dell’Istruzione, università e ricerca (Miur). Suo il brevetto dei materiali catalitici e relativo processo alla base dello speciale veicolo: abbattono costantemente la crescita dei batteri presenti sulle superfici; non hanno controindicazioni per le persone; costano come i materiali tradizionali e non richiedono alcun tipo di manutenzione. L’ambulanza antibatterica, battezzata Pure Health, sarà messa su strada domani a Campi Bisenzio, davanti a operatori sanitari, politici e amministratori convocati dalle 10.30 nella struttura comunale di Villa Montalvo. “Nati come centro di ricerca destinata al comparto tessile – ricorda l’ingegnere – abbiamo da un decennio allargato l’attività ai settori della protezione, sicurezza e salute sviluppando nuovi materiali polifunzionali. In questo caso abbiamo sviluppato un know how sui materiali nanostrutturati e sui processi fotocatalitici, capaci di un’azione combinata sterilizzante. Un lavoro di 3 anni che ha prodotto risultati importanti di immediata evidenza”.


Le infezioni – Le infezioni batteriche sono un problema sociale, spiega una nota, con pesanti riflessi sanitari ed economici, con costi di migliaia di miliardi. Il trasporto pubblico, la catena alimentare, il sistema dei soccorsi e gli ambienti ospedalieri sono i principali luoghi di diffusione. Ben 10 pazienti su 100 prendono un’infezione in ospedale, secondo i dati recentemente diffusi dai microbiologi dell’Amcli. Per combatterli l’impiego eccessivo di antibiotici, anche in agricoltura e zootecnia, contribuisce a creare batteri ultraresistenti: in Italia 7 casi su 100 di pneumococco sono ormai insensibili alla penicillina, in Spagna si arriva al 40%.


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