I negozi liberamente aperti a qualsiasi ora del giorno e della notte, per tutta la durata dell’anno solare, non sono per tutti un’idea vincente per rispondere alla crisi di consumi registrata nelle festività natalizie. La «liberalizzazione selvaggia del commercio mette a rischio 1.500 negozi e 6.400 posti di lavori» in Toscana. È stato questo il grido d’allarme lanciato dal presidente di Confesercenti Toscana, Massimo Vivoli.

La decisione della giunta regionale Le parole di Vivoli hanno fatto da eco a quelle del del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. «Liberalizzazioni non deve voler dire senza regole. Né si può pensare di combattere la crisi con lo shopping. Per questo presenteremo ricorso contro il provvedimento del governo che stabilisce aperture no stop per negozi, centri commerciali, bar e ristoranti», questa l’invettiva che si poteva leggere sul profilo Facebook di Rossi. Sempre ieri, infatti, la Regione Toscana aveva annunciato di voler impugnare di fronte alla Corte Costituzionale le ultime norme del governo relative alla liberalizzazione del commercio. «La liberalizzazione totale e selvaggia degli orari e delle aperture è solo un altro regalo alla grande distribuzione e una batosta per le piccole imprese – era stato il commento ufficiale del governatore toscano -. Un minimo di regole è  utile anche alla concorrenza. Tutto questo mentre bisognerebbe invece rilanciare il piccolo commercio per fini sociali, di sicurezza, vivibilità e di identità»..

Confesercenti contro i comuni La critica del presidente Vivoli si è poi spostata nei confronti dell'Anci: «Proprio i sindaci – afferma – dovrebbero essere in prima linea nella difesa dei proprio tessuto economico e della qualità del proprio territorio. Se c’è un settore, l'unico, che da anni ha fatto notevoli passi nella direzione delle liberalizzazioni – ha detto Vivoli – questo è proprio il commercio. I consumatori per primi sanno che in Toscana grazie al sistema della programmazione e della turnazione non c'è area territoriale che non abbia aperture festive e orari di servizio sufficienti nel corso di tutti i giorni dell'anno. Nei centri storici si può aprire, com'è noto, tutto l'anno (salvo 8 festività) fino alle ore 24». Da queste considerazioni, il grido d’allarme lanciato dal numero uno di Confesercenti Toscana: «L'effetto di questa diatriba, accompagnata dalla riduzione dei consumi già verificata pesantemente a Natale – afferma Vivoli – mette a rischio oltre 1.500 negozi di vicinato, con circa 6.400 dipendenti. Pensare che un'apertura selvaggia di queste attività aumenti consumi e l'occupazione e una vera e propria miopia».