«L’eliminazione delle quote del latte voluta dall’Unione Europea lo scorso anno inizia ad avere effetti devastanti sulla produzione toscana e l’intera filiera zootecnica rischia di essere annientata se non si corre subito ai ripari». È l’allarme lanciato da Confagricoltura Toscana che ha organizzato venerdì prossimo 22 aprile alle 15.30 al Centro Direzionale dell’area fieristica Madonnino a Grosseto un’assemblea per discutere l’emergenza. «Rischiamo di buttare via 50 milioni di litri – spiega il presidente della sezione latte di Confagricoltura Toscana Attilio Tocchi – con la chiusura delle quasi 200 aziende del settore che operano in Toscana con un indotto superiore alle 2.500 unità. La scelta di abolire le quote latte, che fino al 1983 regolavano il mercato in base alla richiesta e alla capacità di assorbimento del consumatore, sta avendo le tragiche conseguenze che ci aspettavamo. Con la liberalizzazione del mercato siamo alla mercé dei prodotti che arrivano da fuori a prezzi anche tre volte inferiori sullo scaffale con cui la nostra filiera non è assolutamente in grado di competere».
Latte in Toscana, occorre fare qualcosa «È il momento di intervenire – dichiara Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana – e non con eventi spot per parlare di qualità, tracciabilità e innovazione che rischiano di essere soltanto slogan in un mercato che stiamo perdendo. La Regione prenda atto immediatamente del problema e si attivi con gli agricoltori per valutare un piano in grado di tutelare e valorizzare la filiera del latte intervenendo con provvedimenti concreti per rendere economicamente sostenibile la produzione. Lo deve fare non solo per impedire i licenziamenti e l’abbandono delle campagne con il conseguente stravolgimento dell’equilibrio agro-forestale ma anche perchè di molto latte importato non vi è alcuna tracciabilità e garanzia di qualità con aumento dei rischi per il consumatore».