La valutazione di incidenza delle attività agro-fortestali della Toscana è una storia senza fine. Sembra impossibile – ricorda la Cia Toscana – ma dopo due anni non si sblocca la discussione sulla disciplina della valutazione di incidenza per le attività agro-forestali nelle aree SIC (siti di interesse comunitario), ZPS (zone di protezione speciale) e SIR (siti di importanza regionale) che rappresentano una parte non marginale del nostro territorio.


La vicenda – Come la novella dello stento: nelle aree protette appartenenti alla “Rete Natura 2000”, per le attività economiche con possibili impatti ambientali viene prescritta una preventiva “Valutazione di impatto ecologica”, disciplinata da norme nazionali, che la Regione Toscana ha recepito nel giugno 2008, rimandando ad una specifica regolamentazione la Valutazione di incidenza per il settore agro-forestale. Purtroppo dopo due anni la situazione non si sblocca, nonostante il positivo confronto, gli studi fatti dalla Regione tramite l’Arsia, le proposte discusse a tutti i tavoli, che escludono dall’obbligo di valutazione le normali attività agricole e forestali, nei limiti definiti dallo studio dell’Arsia.


La burocrazia uccide i boschi – Di fronte alle resistenze di una parte del mondo ambientalista e di alcuni settori dell’amministrazione, la Cia Toscana insorge: “La burocrazia e gli eccessi vincolistici rischiano di far morire i nostri boschi – afferma il presidente regionale Giordano Pascucci –. Possibile che non si capisca che l’imposizione alle imprese boschive di procedure lunghe e costose anche per le normali operazioni di taglio colturale che non comportano alcuna trasformazione del territorio, porta dritto all’abbandono o ad alimentare il lavoro nero? Possibile che questi puristi dell’ambiente incontaminato non si interroghino sui danni, anzitutto ambientali, di questo protezionismo miope? I nostri operatori forestali hanno bisogno di essere sostenuti nel loro lavoro, già difficile e scarsamente remunerativo; non hanno certo bisogno di essere controllati a vista come se fossero dei devastatori  dell’ambiente. Adesso basta, francamente non ne possiamo più – precisa Pascucci. La discussione è durata fin troppo, occorre decidere in fretta, il sistema delle imprese non può più attendere. Chiediamo che gli impegni assunti in più occasioni dagli assessori all’agricoltura ed all’ambiente si traducano quanto prima in una norma che dia certezze agli operatori, superando resistenze del tutto immotivate”.


Firenze

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